Milano 9 Maggio – Quello che prima era solo un sospetto ora è diventato un’ipotesi di reato. La Procura di Trani ha messo sotto inchiesta tutto il vertice della Deutsche Bank che nel 2011 mando lo spread dell’Italia a quota 550 provocando anche la caduta del governo Berlusconi. Un’operazione finanziaria da sette miliardi di euro ma anche un’operazione politica per mandare a casa un governo poco gradito agli eurocrati e, soprattutto alla Germania. Un golpe preparato dalla famosa lettera di agosto firmata da Draghi e Trichet che ha fatto entrare l’Italia in una crisi, economica e politica, da cui ancora non è uscita.
Sotto inchiesta sono finiti tutti i capi di Deutsche Bank dell’epoca: dal presidente Josef Ackermann, agli amministratori delegatio amministratori delegati Anshuman Jain e Jurgen Fitschen, l’ex capo dell’ufficio rischi Hugo Banziger, e Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del consiglio d’amministrazione.
Alla pubblicazione del bilancio dei primi sei mesi del 2011 l’attenzione internazionale si concentrò sulla scelta di Deutsche di ridurre l’esposizione sui titoli di Stato Italiani. In quella caldissima estate finanziaria il differenziale di rendimento tra Btp e Bund visse quella fiammata culminata ben oltre i 500 punti base (oggi siamo intorno a 130 punti).
Il risultato? L’Italia è più povera e ha meno democrazia, perché da allora si sono succeduti tre governi non eletti. Era giusto quel declassamento? L’apertura dell’indagine di Trani apre uno squarcio senza precedenti. C’è il dubbio che gli “amici” tedeschi abbiano utilizzato le armi della grande finanza per destabilizzare un Paese partner della Ue e insediare un governo amico come quello presieduto dal professor Monti. Non sappiamo, ovviamente, quali saranno i risultati delle indagini. Certo ci sono delle intercettazioni inquietanti. Emerge che i grandi capi della banca tedesca volevano guadagnare ma, nel contempo, si sentivano protagonisti di un’operazione politica.
Ma non c’è solo la verità del processo perché comunque il sospetto resterà per sempre e cioè che nella torrida estate del 2011 alcuni poteri forti dell’Europa, collocati a Berlino e alla Bce agirono contro la democrazia italiana costringendo alle dimissioni un governo legittimamente eletto. Come arma usarono lo spread e non il fucile. Il risultato, però non cambia. E allora una domanda: possiamo stare insieme ad amici così?
Blog Ernesto Preatoni
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