Milano 9 Maggio – «Milano? Per me è la gavetta e la consacrazione. In questa città c’è tutta la storia della mia vita». Lo racconta la cantautrice Giusy Ferreri. «Dagli esordi nella prima band, all’emozione di sentirmi una delle protagoniste della scena musicale italiana».
Nata a Palermo, è arrivata in Lombardia in fasce?
«Sì, i miei stavano ad Abbiategrasso, ma mia madre ha preferito farmi nascere in Sicilia. Poi mi hanno riportata al Nord. Durante l’adolescenza stavamo a Corbetta. Ora invece vivo a Vigevano. Ma non posso fare a meno di Milano».
Scommetto che ha puntato con decisione sul capoluogo lombardo quando si è avvicinata alla musica?
«I primi passi grazie a mio padre, lui faceva il posatore di piastrelle, ma ha sempre avuto una naturale disposizione per la musica. Ha imparato da autodidatta a suonare diversi strumenti. Sin da piccoli, mandava me e mio fratello a lezioni di pianoforte. A 13 anni ho iniziato a partecipare ai primi concorsi canori. Bruciavo di passione per Freddy Mercury. Il mio asso nella manica? “What’s up” dei 4 Non Blondes, quando la cantavo vincevo sempre. Con la mia band venivamo sempre a Milano».
I luoghi milanesi in cui ha cominciato a farsi conoscere?
«Mi è sempre piaciuta la cosiddetta scena alternativa milanese. Al Leoncavallo ci andavo a provare, poi cantavo in tanti locali spaziando dall’improvvisazione blues alle grandi cover, ma soprattutto c’è un luogo che è diventato teatro, casa, armadio, insomma lì si trova Giusy».
Intende la sua zona preferita?
«Sì, i Navigli, che ho visto per la prima volta a 15 anni. Ci andavo con gli amici per prendere d’assalto la fiera di Senigallia, e inventarmi il look: sono sempre andata matta per i pantaloni a zampa, le zeppe, le giacche di pelle e tutto il vintage che potevo trovare. E poi le prime esibizioni in piccoli pub in cui cantavo da Bing Crosby a Neil Young anche in versione a più voci con altri componenti del gruppo. I Navigli sono uno snodo culturale e artistico fondamentale, fanno parte della mia formazione, sono un punto di incontro di creativi, amanti dell’editoria, penso ai mercatini dedicati ai libri usati, ma anche agli studi di registrazione, in uno in Lodovico il Moro ho inciso l’album “Il mio universo” nel 2011. Ma già nel 2005 avevo realizzato a Milano il mio primo singolo “Il party” prima di X Factor».
E poi è stata trionfatrice della prima edizione di questo talent nel 2008.
«Proprio a Milano. Sono stata letteralmente travolta da quella vittoria per i successivi quattro anni: un periodo in cui non ho avuto modo di meditare e metabolizzare quello che stava accadendo, c’era un impegno dopo l’altro. Ho avuto riconoscimenti e affetto da tutta Italia, ma sono grata a Milano, perché ad essere premiato non è stato solo il mio talento, ma il mio atteggiamento positivo nei confronti della musica e del canto che ho messo a punto in questa città».
A proposito, ha fatto anche la commessa all’Esselunga pur di continuare a cantare?
«Per dieci anni, dai 18, senza finire la scuola, ai 28. Lavoravo part-time, tre giorni alla settimana nel supermercato di Corbetta. In questo modo mi pagavo le lezioni di canto e pianoforte. Questo lavoro mi ha fatta maturare soprattutto nel rapporto con gli altri e ha alimentato il mio spirito di autoimprenditorialità: avevo la certezza di mettercela tutta per realizzare il mio sogno perché lo stavo anche finanziando da sola».
Altre esperienze indimenticabili accadute a Milano?
«L’incontro con Tiziano Ferro e il successo di “Non ti scordar mai di me” di cui Tiziano ha composto la musica. Ferro ha potenziato il mio approccio alla vocalità e alla musica proprio grazie al suo tipo di scrittura. Anzi lo sa qual è il mio sogno? Cantare con Tiziano a San Siro in una serata in cui non dovranno mancare “L’amore e basta” e “Sere nere”».
Insomma perché questa città per lei è speciale?
«Perché è una meta internazionale, una città di opportunità ma, la cosa più importante, è un luogo di confronto e sperimentazione che ne costituiscono il suo cuore».
Giovedì prossimo si esibirà dal vivo a Milano?
«È la prima volta che canto al Barclays Teatro Nazionale. Porto sul palco brani del mio ultimo disco “Hits” (Sony) con i miei più grandi successi e 3 inediti “Volevo te”, “Come un’ora fa” e “Prometto di sbagliare”. Ma intanto penso già al nuovo disco».
Massimiliano Chiavarone (Il Giorno)
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