Milano 10 Maggio – La notizia politica di oggi, in tutto il marasma giudiziario che si sta creando attorno al Partito Democratico, è che Matteo Orfini crede ancora a Babbo Natale. Mentre i suoi compagni di partito, di fronte all’evidenza di inchieste animate sì da uno spirito palesemente giustizialista e manettaro ma che, qualche anno fa, se ad esserne coinvolta era la destra non facevano scalpore, hanno issato bandiera bianca e sono entrati nell’età adulta, il commissario del piddì romano nonché presidente del partito a livello nazionale, è rimasto ancora all’adolescenza. Quella in cui Enrico Berlinguer spiegava a grandi e piccini, per il tramite di Eugenio Scalfari, cos’era la questione morale.
Cioè, lo ha capito persino uno come Francesco Piccolo che la storiella della presunta superiorità morale ha rovinato il Pd. Eppure Orfini non ci sta. In un’intervista uscita ieri su La Stampa e pubblicata a margine delle vicende che hanno coinvolto il sindaco dem di Lodi Simone Ugetti e l’ex governatore della Sardegna Renato Soru ci tiene a precisare che, nonostante «fare la contabilità degli indagati» di uno schieramento piuttosto che di un altro sia «rischioso», la fa ugualmente e si dichiara un affezionato del “blasone” superiorità morale come caratteristica peculiare della sinistra. Lui, poi, che ha dovuto chiudere la metà dei circoli dem a Roma. Lui che è stato chiamato proprio per rimettere in piedi il partito sul territorio devastato dagli scandali di Roma Capitale. Se non altro, questa volta diversamente da tante altre, non si può rimproverare l’ex “giovane turco” di incoerenza. Mentre le sue antipatie per Renzi si sono trasformate in grandi empatie, il ritornello sulla questione morale è sempre lo stesso. Se fosse ancora vivo, persino Berlinguer smentirebbe se stesso.
Federica Vanni (L’Intraprendente)
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