Milano 13 Maggio – Da subito sono disponibile a fare i trapezi o i quadrati, visto che i girotondi evocano memorie molto sinistre. Sono disponibile a gridare la mia protesta e a diventare sguaiata e volgare se cancellano Virus dalla programmazione Rai. Perché così pare. Porro non piace a Renzi e, quindi, per una proprietà transitiva che solo la sinistra conosce, non piace neppure alla Rai. O, per meglio dire, a chi in questa Rai ha il potere di decidere. Gasparri osserva “. «La trasmissione Virus non andrà più in onda, percè quella di Porro è una presenza che aggiungeva un pizzico di pluralismo in una Rai appiattita sulle posizioni della sinistra e del governo. Né si venga a dire che l’azienda ha fatto proposte alternative a Porro perché si tratta di ipotesi risibili. Si tratta di un’epurazione a tutti gli effetti». E l’on. Santanchè rincara «Anche il governo Renzi, come i migliori regimi sovietici, toglie di mezzo l’informazione che ritiene scomoda. Siamo al redde rationem: stanno venendo al pettine tutti i nodi e le storture delle nuove norme che lasciano troppo potere al governo e al direttore generale della Rai e niente al Consiglio di amministrazione». Ma voglio vedere e sentire accanto a me i vari Dario Fo, Vecchioni, Nanni Morertti, Curzio Maltese gridare la protesta contro “l’ennesimo editto bulgaro” che espelle Nicola Porro dalla Rai fatta ad immagine e somiglianza di Renzi. O parlare di salvaguardia della libertà di espressione, di pluralismo, di meritocrazia oggi non si può e non si deve perché al governo c’è la sinistra?
Nicola Porro ha il solo torto di condurre una trasmissione libera, a più voci, indipendente, intelligente. Con il ritmo e la spigliatezza che rare trasmissioni d’approfondimento politico dimostrano. Perché persona intelligente, ironica, equilibrata e liberale.
Oggi siamo tutti Porro e lo scriviamo, perché altro non possiamo fare.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano