Milano 14 Maggio – Il 13 maggio 2016, i Carabinieri del NAS di Milano hanno eseguito una misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del ginecologo Severino ANTINORI, indagato per i reati di rapina aggravata e lesioni personali aggravate. Il provvedimento è stato emesso dal GIP presso il Tribunale di Milano, su richiesta della locale Procura della Repubblica che, condividendo pienamente le indagini dei Carabinieri, disponeva, l’interdizione dall’esercizio della professione medica del ginecologo – per la durata di un anno – oltre al sequestro preventivo della clinica “MATRIS” di Milano.
A due strette collaboratrici dell’ANTINORI, per i medesimi reati, è stato notificato il divieto di dimora nei comuni di Milano e Roma.
Le indagini dei militari dell’Arma hanno documentato come l’indagato, nell’aprile del 2016, all’interno della citata clinica, con la complicità di alcune collaboratrici, aveva espiantato alcuni gameti da una giovane spagnola, di 24 anni, contro la sua volontà.
La ragazza, sottoposta ad una cura ormonale fatta passare per una terapia per il trattamento di una cisti ovarica, ha riferito di essere stata immobilizzata, anestetizzata e costretta a subire un’asportazione di ovuli, nonchè privata del proprio telefono cellulare, per impedirle di chiedere aiuto.
La donna, al risveglio dall’anestesia, approfittando della distrazione del personale infermieristico, era riuscita a raggiungere un telefono della clinica ed a chiamare, di nascosto ed in lacrime, il 112.
Interveniva personale della Questura che non capiva lo spagnolo e non riusciva a comprendere esattamente l’accaduto, in un contesto caratterizzato da un clima di ostilità nei confronti degli agenti da parte dell’ANTINORI e dei suoi collaboratori.
La giovane veniva comunque riaccompagnata nel suo albergo, poco distante. Dopo solo poche ore, però, si sentiva male ed il personale dell’hotel richiedeva l’intervento del 118. Veniva trasportata presso la Clinica Mangiagalli, dove, ai medici ed alle operatrici del Soccorso Violenza Sessuale, grazie all’aiuto di un interprete, riusciva finalmente a spiegare cosa era successo.
Gli accertamenti condotti presso la Clinica confermavano l’intervento di prelievo ovocitario ed uno stato psicologico prostrato dal trattamento subito e dall’angoscia per l’impiego degli ovuli prelevati in operazioni di fecondazione assistita a favore di terzi.
Una accurata visita medico legale, inoltre, rilevava la presenza di ecchimosi sul corpo, compatibili con le manovre di immobilizzazione per l’anestesia forzata.
La ragazza, nelle ore successive, veniva sentita a s.i.t., prima da personale del N.A.S. e poi dai magistrati della Procura, a cui confermava il racconto reso all’SVS. Presentava poi formale denuncia querela nei confronti dell’ANTINORI e del personale della MATRIS.
Nei giorni immediatamente successivi veniva eseguita la perquisizione della Clinica, in via dei Gracchi. Nel corso delle operazioni si procedeva al sequestro di n. 6 embrioni, derivati dalla fecondazione degli ovociti prelevati alla persona offesa e destinati ad essere impiantati il giorno successivo a pazienti di ANTINORI.
Nella circostanza veniva altresì sequestrata documentazione sanitaria, tra cui i moduli di consenso informato, asseritamente firmati dalla ragazza. Quest’ultima però procedeva a disconoscere le sottoscrizioni apposte, che appaiono in effetti significativamente difformi rispetto a quelle sicuramente riconducibili alla medesima.
Il dott. Antinori Severino dopo le formalità di rito è stato accompagnato presso il proprio domicilio, in stato di arresto.
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