Milano 22 Maggio – «Un’Italia per lo più ferma, in cui i giovani non trovano lavoro e continuano a vivere ancora con i genitori. Un’Italia in cui la parità tra uomini e donne è ben lontana dall’essere raggiunta. Questi sono alcuni dei dati con cui l’Istat ci ha raccontato il Belpaese. Un’Italia in cui l’incidenza della povertà sui minori è del 19% (dato relativo al 2014) con un aumento di circa 7/8 punti percentuali rispetto al 2011. Se ci focalizziamo sul Mezzogiorno poi il rischio di povertà sui minori è di quattro volte superiore rispetto al Nord. A tutto questo si affianca una contrazione notevole della spesa socio assistenziale da parte dello Stato».
A dichiararlo in una nota è stata ieri Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera.
«Non si può più aspettare – ha spiegato – il welfare italiano va ridisegnato e riprogrammato secondo le esigenze della società. E speriamo che con i dati di oggi (ieri ndr) il Governo decida finalmente di farne una delle sue priorità. Perché sicuramente un sistema di welfare degno di questo nome è diventata una priorità per l’Italia e gli italiani. Non servono interventi spot o sperimentazioni, serve uno Stato che stia a fianco delle famiglie, che metta sia le madri che i padri nelle condizioni di poter lavorare e che garantisca la dignità a tutti i bambini italiani».
A criticare l’inesistenza dell’azione del Governo per correggere la situazione nella quale versa il Paese è stato anche Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera secondo il quale «l’Istat, nel suo Rapporto annuale per il 2016, fotografa un Paese in crisi nera, nerissima. Male il mercato del lavoro, male la spesa sociale, male il reddito delle famiglie, prospettive nere per i giovani, nascite al minimo storico, più disuguaglianze, occupazione precaria e inferiore al titolo di studio. Il premier Matteo Renzi continua a narrare la storia di un Paese che, purtroppo, non esiste».
Amareggiato anche il sindacato. Per Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, «il rapporto Istat delinea un quadro con qualche luce e molte ombre, in un Paese che fa molta fatica ad uscire dalla crisi ma che tuttavia ha straordinarie potenzialità umane, culturali e professionali sulle quali bisogna investire di più con una grande alleanza nella società italiana». Visione più ottimistica quella del ministro Marianna Madia: «Siamo passati dentro la più lunga crisi dal dopoguerra ma la cosa positiva è che ne siamo usciti, abbiamo ricominciato a crescere. Il rapporto Istat va letto con ottimismo e fiducia verso il futuro. (Il Tempo)
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