Milano 27 Maggio – E’ una sera come tante di fine campagna elettorale. Il luogo no. Il luogo non è come tanti. Qui, di fronte a noi, c’è una moschea clandestina. Una catacomba. Una tomba. Un magazzino sotterraneo, a due piani dalla luce del giorno. È un luogo illegale, ma prima che illegale è un luogo irreale. Come si può credere che trecento persone, ogni giorno che il buon Dio manda in terra, attraversino un angusto cancello, entrino in un cortile dove fanno manovra le auto e poi si addentrino in locali caldaie, scantinati e quant’altro, per poi sbucare in una trappola? Un magazzino senza vie di fuga, senza vie d’uscita, senza alcun presidio di sicurezza? Non ci si può credere. Lo si deve vedere. Lo si deve toccare. E questo ci ha invitato a fare il Comitato per la Sicurezza e la Legalità ieri sera. È stata una manifestazione sentita, prima che partecipata. La presidente Cananzi era una furia disciplinata. Il tono non ha mai subito un’increspatura. Ma i contenuti, quelli erano inflessibili. Esiste il diritto di culto e va rispettato, ma il primo diritto è la sicurezza. Dei credenti, prima di tutto. Non si possono seppellire 300 persone, anche di più nelle festività e i Venerdì, sotto terra e sperare che ne riemergano ogni volta intatti. Non si possono lasciare donne e bambini in un cortile dove si muovono macchine e sperare che non succeda nulla. Questo non lo dice il comitato, non lo dicono i cittadini e non lo dicono i politici intervenuti. Lo dice la legge. Lo dicono le sentenze. Lo proclama, prima e soprattutto, il buon senso.
In via Cavalcanti, ieri sera, alcuni Italiani hanno difeso un principio. Hanno difeso l’idea che l’integrazione che prescinde dalla legalità porta al disastro. Da più di due anni sono costretti a subire l’occupazione abusiva di un magazzino del loro condominio, il loro cortile non è più sicuro per l’accesso delle macchine. Si sono rischiati incidenti. È tutto questo al di fuori di ogni legge, come diverse sentenze hanno stabilito.
“Anche stasera abbiamo fatto il nostro dovere” dichiarano Silvia Sardone, candidata al Consiglio Comunale per Forza Italia ed Otello Ruggeri, candidato al Municipio 2 con il medesimo partito “abbiamo portato solidarietà ad un comitato che non si è mai arreso. Con la loro azione hanno bloccato il bando moschee e con la loro determinazione hanno mostrato cosa possa fare il coraggio di una comunità. A noi il compito di supportarli in tutte le sedi, perché una lotta di questo genere non può essere ignorata. È la lotta della nostra generazione, è la lotta del nostro tempo. Siamo sicuri, tutti insieme, di poterla vincere.”.
Un ultimo appunto. A fine manifestazione una provocatrice ha appeso, stampata in vari colori la scritta “libertà di culto” alla sua finestra. Io credo fosse suo diritto farlo. Ma vederla appendere i fogli mi ha, in un flash, fatto pensare ad un cappone che attaccasse fuori dalla sua gabbietta lo slogan “Doppio Natale, per favore”. Tutto legittimo. E tutto molto divertente. O molto triste. Dipende se siete capponi, dopotutto.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,