Milano 29 Maggio – Un tranquillo Sabato di Champions a Milano. Un allarme bomba a Cadorna, subito risolto. Lotto chiusa dal pomeriggio, Duomo dalla sera. Nulla di particolare. Poi un botto. Ed un gayser. Sembrava quasi di stare a Firenze, sul Lungarno. L’intera via va sott’acqua. I commercianti vedono allagarsi le attività. I cittadini temono per le case. Tutte cose già viste, ma di solito in cielo non c’era un sole che spaccava i sassi. E, sempre di solito, l’acqua non veniva dal basso. Ma con la giunta Pisapia tutto ci si può aspettare, anche getti d’acqua che escono dalle tubature così forte da spaccare l’asfalto. Per fortuna i pompieri hanno fatto un ottimo lavoro. Ma anche così i danni non sono pochi ed i disagi non sono minimi. Anzi. Fino ad oggi pomeriggio molti palazzi di via San Mamete, via Adriano e via del Ricordo resteranno senz’acqua. È stato allestito un rubinetto di fortuna. Ma vi lascio immaginare la scomodità, soprattutto in giorni di festa. Il motivo della rottura è la vetustà del tubo. Questa la superficie.
“Dopo Firenze oggi tocca a Milano. È la maledizione della sinistra” dichiarano Silvia Sardone, candidata in Comune con Forza Italia ed Otello Ruggeri, candidato al Municipio 2 con il medesimo partito “Decine di negozianti stanno lottando contro il tempo per salvare la propria attività. Centinaia di cittadini temono per la propria casa. L’acqua non cessa di salire. Nonostante un sole accecante, via Adriano sta annegando.”
Io, però, mi scuserete il gioco di parole, vorrei andare più a fondo. Dunque, abbiamo triplicato la tassazione. Abbiamo presumibilmente aumentato coerentemente la spesa pubblica. Stiamo decidendo dove e come costruire una moschea. Tutto molto bello. Scusate se rovino l’atmosfera, ma delle fogne ne vogliamo parlare? La risposta, ovviamente, è no. Nessuna amministrazione comunale ama parlare dei tubi, perchè quando li sistemi devi rompere le strade. Causi problemi enormi ai residenti. Ogni tanto va via l’acqua. Ogni tanto va peggio. Poi, dopo mesi di sacrifici, rifai la strada. E basta. Non si vede più nulla. Quando vai a votare, non vedi i tubi nuovi. L’acqua esce dal rubinetto e non rischi di avere il parco di Yellowstone sotto casa, geyser inclusi. Tutto bello, per carità. Ma tutto così noiosamente normale. La gente aborrisce la normalità. Vuole i petardi. Così nessuno, mai, metterà a posto le tubature. Si chiama selezione avversa, e di solito è l’accusa che si muove ai privati. Avete presente? “Se la sanità fosse privata nessuno curerebbe i poveri o le malattie rare”. Ecco, con l’acqua pubblica nessuno ripara i tubi. Semplicemente, è suicida. Ecco perchè la distribuzione dell’acqua non dovrebbe essere pubblica. E nemmeno l’acqua, ma non vi voglio creare un’overdose di liberismo. In ogni caso, la rete pubblica è inefficiente. Oggi clamorosamente, fino a ieri in maniera meno evidente e forse più pericolosa. Dopo che avremo asciugato la strada e ridato da bere ai cittadini, riflettiamoci. Sempre che qualcuno se ne ricordi ancora, ovviamente.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,