Il problema casa, a Milano, è la vergogna di una città che vuole essere capitale di civiltà

Milano

Milano 30 Maggio – Gli altri, quelli che hanno lo sfratto, quelli che dormono in macchina, quelli che hanno paura di un’occupazione abusiva, quelli che devono scegliere tra il cibo e pagare l’affitto, quelli, dicevo, sono numeri delle varie statistiche che rappresentano il disagio sociale, la non vita, la non dignità. Relegati nei ghetti dell’indifferenza istituzionale, ossessionati dall’indigenza, vittime di una gestione amministrativa che ha ben altro a cui pensare. E la Milano dei grattacieli, dei negozi sfavillanti nel quadrilatero della Moda fanno bella mostra di sé, quasi che Milano fosse tutta lì, nelle luci di una città internazionale e creativa. Ma mai come in questi ultimi anni il divario tra la Milano che, per fortuna, produce e la Milano sofferente è stato così devastante. La crisi economica ha il suo peso, ma l’amministrazione Pisapia ha dato il colpo di grazia con il taglio ai sussidi per gli anziani,  il permissivismo nei confronti delle illegali occupazioni abusive, l’interesse e i privilegi elargiti nelle assegnazioni a Rom, extracomunitari ecc. ecc.. Dice a Il Manifesto il segretario del Sicet, Leo Spinelli: “ Milano non ha mai avuto una situazione così drammatica da punto di vista abitativo…Ci sono 23 mila famiglie in attesa di un alloggio a canone sociale (ogni anno si aggiungono circa 5 mila persone). La disperazione riguarda più di 200 famiglie che vivono in strada dopo essere state sfrattate da privati. E gli sfratti in esecuzione sono 14 mila. Fino a qualche anno fa a Milano nessuno veniva sbattuto in mezzo a una strada senza alternative, un albergo o un riparo di emergenza. Oggi non è più cosi. C’è una vergogna nella vergogna” perché “ci sono circa 10 mila appartamenti pubblici vuoti.” Infatti il centrodestra denuncia “Circa 4mila alloggi, uno su 20, è occupato abusivamente, la situazione della manutenzione è vergognosa e nei quartieri la violenza è sempre più diffusa” e allora  “Serve un piano straordinario di investimenti sulle case popolari e di housing sociale che mobiliti almeno un miliardo di euro nei prossimi 5 anni, ma anche una velocizzazione nelle assegnazioni”.  E sul tema specifico delle assegnazioni,  Parisi vuole, inserito nel programma di governo, l’impegno a creare liste d’attesa per le case popolari differenziate per categoria, assegnando a ciascuna una quota di alloggi, con precisi criteri, così da non discriminare determinate singole fasce deboli.

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