Milano 31 Maggio – Le dinamiche del web trasferite nella realtà, ma anche un ritorno alla condivisione, sentimento un po’ perso ai giorni nostri. Ed è prioritaria la fiducia reciproca, lo scambio, l’aiuto. La notizia della nascita, a Milano, della portineria di quartiere è di Marianna Vazzana su Il Giorno. Ne riportiamo con piacere l’articolo perché è davvero un’ottima notizia.
“L’ispirazione arriva da Parigi, dove un chiosco è stato trasformato nella prima portineria di quartiere sbocciata come un fiore in mezzo alla giungla metropolitana, un luogo in cui trovare aiuto per i piccoli-grandi problemi quotidiani, da un tubo rotto in cucina alle commissioni da sbrigare entro sera. Il sistema è semplice: il portiere di turno trova la persona giusta a cui affidare il lavoro richiesto. Non solo: al chiosco si può chiacchierare, fermarsi anche solo per un saluto o un sorriso. È con questo spirito che tre ragazze hanno deciso di fondare a Milano una portineria di quartiere: un servizio gratuito, basato sulla fiducia reciproca, da offrire all’interno del loro bar di via Troilo, zona Ticinese, chiamato apposta “Portineria 14”. Giovedì c’è stato il taglio del nastro con un aperitivo che ha coinvolto decine di abitanti, moltissimi già in contatto grazie alla Social street (la pagina Facebook di Residenti in corso San Gottardo, via Meda e dintorni, con quasi 3.500 iscritti) che ora considerano “casa” off-line questa portineria speciale. I servizi offerti sono stati scritti in bella vista all’ingresso dalle titolari Federica Torri Leone, Emanuela Frau e Francesca Laudisi, supportate da Tina Leone, mamma di Federica ed ex commerciante. “Ritiriamo per voi le chiavi, i pacchi, la posta, le medicine in farmacia, gli acquisti on-line, la spesa”.
Nel locale c’è un angolo con tante caselle, come quelle che si vedono in una portineria tradizionale, da utilizzare per custodire pacchetti, chiavi, libri e altri piccoli oggetti. Non solo: a poco a poco si realizzerà un elenco con idraulici, elettricisti, imbianchini e altri fornitori, da poter consultare in caso di necessità. Porte aperte: “Potete studiare da noi nel pomeriggio, scambiamo libri”. Non manca l’impegno civico: “Teniamo pulito l’ingresso e la piazzetta e curiamo il verde”. In cambio si chiede solo “di aiutarci a mantenere pulito non buttando mozziconi, bicchieri e cartacce, di firmare la ricevuta di presa consegna e ritiro, di tenere il vostro cane al guinzaglio quando siete qui”.
“Trasferiamo nella realtà – commenta Fabio Calarco, fondatore della Social street – le dinamiche che avvengono sul web: spesso c’è chi chiede consigli ai vicini su dove poter riparare il telefono rotto o su come svolgere determinati lavori. Sottolineo che questo servizio si basa sulla fiducia reciproca, da parte di chi chiede e di chi fornisce”.
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