Milano 1 Giugno – I nostri lettori ormai lo sapranno, le gesta di rete Liberale ci appassionano. Di solito questo avviene perché nel cosmo di Verdini ed Alfano, qualcuno che ancora, carico degli ideali del 94, che dichiara la carica disperata dei cavalli contro i carri armati della storia rende la militanza più lieve. Durante le amministrative, poi, le loro proposte rendono tutto più bello. Dai su, siamo qui a scannarci sulla priorità maggiore tra le buche della Prenestina ed il guano sul Lungo Tevere e poi, all’improvviso, ti arriva un Guzzanti che chiede di riportare i gladiatori al Colosseo. In nome e per conto di quella minoranza mai doma che crede nel libero mercato anche dell’arte e della cultura. No, dai, seriamente, è o non è un qualcosa di nuovo e rivoluzionario come approccio? Oppure parliamo di sociale. Tutti a chiedere soldi. Tutti a pietire denaro estorto altrui. Poi rieccolo, il solito guizzo del solito Guzzanti, che propone il buono farmaco pagato dal 5×1000 al Comune di Roma. L’aspirina sospesa, per capirci. Confronti questo alla supposta sospesa del piano casa della Meloni e capisci subito dove debba tirare il vento della libertà. Solo i puri ed i folli possono aspirare a bere dal calice della vita, dal Santo Graal. Ed un po’ di purezza e follia nel fango sotto i sette colli ci voleva. In principio era il centrodestra. Quello che qui, a Milano, con rara lungimiranza, ha scelto Parisi. A Roma aveva scelto Bertolaso. Senza tenere conto che i figli della Lupa avevano delle obiezioni. Quando si andò alla firma, queste contraddizioni esplosero. Ci furono due vittime. Bertolaso, che saltò su una mina per consentire la fusione. Ed il centrodestra. La terza vittima fu l’idea che i liberali potessero stare uniti, anche al di là delle eterne divisioni interne, almeno dalla stessa parte del tavolo. Invece il PLI ha portato il suo glorioso sudario in dote alla Meloni. Nulla da ridire, sia chiaro. Dopotutto una che dice che il debito va condonato ed i cordoni della borsa perennemente tenuti aperti in nome della grandezze della Lupa è certamente il vertice del liberalismo all’Italiana, ovvero rigorosamente coi soldi degli altri. Inoltre, non dimentichiamolo, lei vuole altre 5000 case popolari. Sia mai che i palazzinari sentano la crisi. Altro vertice di liberalismo. Quindi era del tutto logico che la destra sociale ed il Pli andassero a nozze. Un filino meno incoerenti gli ex Fare per fermare il Declino che sostengono Giachetti. Almeno un declino lo stanno fermando. Il loro ad esempio. Restava una sola alternativa per i liberali.
E Rete Liberale, con ferrea coerenza l’ha scelta. Si è schierata accanto a Berlusconi nel sostegno a Marchini. Intendiamoci, Marchini non è il sogno bagnato di nessun liberale. Non è la reincarnazione di Milton Friedman, ma almeno non ha idee Chaviste. Ed oggi a Roma non è cosa da poco. Non è nemmeno vero che Marchini stia così dietro la Meloni. Insomma se la giocheranno. Come se la giocheranno in tutta Italia i veri liberali con le idee collettiviste che oggi van per la maggiore in tutto l’arco Costituzionale. È il caso, citando Shakespeare, di dire: noi pochi, noi felici pochi, noi manipolo di fratelli. I pochi che ancora credono nel fare, nel liberare e nel lottare per liberare chi fa. Tutti gli altri sono validi avversari della sinistra, senza dubbio. Il problema è che, in definitiva, la loro massima aspirazione è cambiare il vestito del tiranno, non la tirannia con la libertà.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,