Milano, i nove candidati a confronto sui temi caldi della città

Attualità Milano

 

Milano 2 Giugno – Le “Voci di Milano”, l’iniziativa promossa da Il Giornale, sono state presentate ai nove candidati per Palazzo Marino, in un dibattito pubblico al Teatro Manzoni. Proponiamo il reportage della testata

“Sono riuniti per la prima volta tutti insieme, i nove candidati sindaco al Comune di Milano. Oggi (ieri ndr) pomeriggio al Teatro Manzoni la redazione meneghina de il Giornale ha convocato tutti quanti gli aspiranti successori di Giuliano Pisapia per un confronto a 360° sulle problematiche e le opportunità del capoluogo lombardo.

I nove candidati sindaci a Milano al Teatro Manzoni

Un dibattito imperniato sull’inchiesta collettiva realizzata dal Giornale sotto il titolo di “Voci di Milano”: nove settimane di reportage dalle nove zone della città, dando la parola ai milanesi, chiamati a un ruolo attivo di citizen journalists, di cittadini giornalisti.

Le tasse

L’apertura del dibattito è stata dedicata al tema delle tasse, di molto aumentate sotto l’ultima consiliatura targata centrosinistra: la parte del leone qui la fa Stefano Parisi, che accusa Pisapia di avere “chinato la testa” al governo di Roma.Parisi “Milano sia autonoma da Roma in materia fiscale – attacca il candidato del centrodestra – purtroppo l’attuale sindaco ha alzato le mani di fronte alle richieste del governo, ed è sicuro che Beppe Sala farà altrettanto, se dovesse essere eletto sindaco.” A chiedere una diversa gestione dell’imposizione fiscale non è però solo il frontrunner del centrodestra, ma anche Natale Azzaretto del Partito Comunista dei lavoratori, che chiede maggior progressività delle imposte e Maria Teresa Baldini della Lista Fuxia, che ha lanciato un appello per un’amministrazione comunale che sia orientata in senso federale ma anche “donna”.

L’immigrazione

SalaMolto accesa la discussione sul tema, caldissimo, dell’immigrazione, con Beppe Sala che prende una posizione netta e propone di ospitare i migranti che arriveranno nei prossimi mesi sul campo base di Expo. Un’idea respinta al mittente da Stefano Parisi, lesto a sottolineare come il rivale nella corsa a sindaco stia smentendo quanto detto da Matteo Renzi, che per Expo aveva pensato a un futuro di centro di ricerca, più che non di centro di accoglienza.

Il grillino Gianluca Corrado, invece, alza la voce per pretendere un’accelerazione nelle pratiche per stabilire chi è rifugiato e chi invece è migrante economico.

Assai duro, sul tema, il candidato di destra Nicolò Mardegan, che chiede “una Le Pen, un Orban, uno Hofer” milanese: “Gli italiani devono venire prima degli immigrati – spiega il giovane avvocato candidato per la lista “Noi x Milano” – Siamo stufi di un buonismo ipocrita che alimenta solo il razzismo e un’ennesima guerra fra poveri”. Posizione diametralmente opposta a quella dell’attuale presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo, che invoca accoglienza senza limiti, “sul modello predicato da Papa Francesco, che riconosce la dignità delle persone semplicemente in quanto esseri umani.”

I centri sociali

A tenere banco è anche la questione dei centri sociali, che si ricollega, più in generale, a quella delle occupazioni abusive di immobili. Molto netta la posizione di Parisi, che ricorda come “non si possa fare alcun tipo di cultura senza rispettare la legalità” e promette di mettere immediatamente fine ad ogni esperienza di abusivismo se eletto sindaco. A difendere la trincea della sinistra qui resta solo Rizzo, dopo che Sala abbandona il teatro per partecipare ad altri impegni: “Sulla legalità non si transige, ma bisogna creare spazi di aggregazione, sopratutto nelle periferie – spiega Rizzo – La verità è che gli unici veri centri sociali sono le parrocchie”. E qui interviene una voce dal pubblico, che ricorda piccato come le parrocchie non realizzino occupazioni abusive…

Le alleanze al ballottaggio

Come da tradizione, i candidati “minori” non si sbilanciano prima del ballottaggio, ostentando fiducia nella possibilità di passare al secondo turno. Così fa Basilio Rizzo, che spera in un “miracolo Leicester” in salsa comunista, e Mardegan, che si dice indisponibile a fare campagna elettorale per Parisi, bollato come “troppo buonista”. Possibilista, a sorpresa, il grillino Corrado, che ricorda come il Movimento 5 Stelle non si sia mai negato al dialogo con entrambe le coalizioni sui singoli temi. Tutti concordi, però, nel rimandare il discorso sulle alleanze all’indomani del primo turno: solo allora, dicono, si potrà misurare il peso dei singoli partiti.

Il lavoro del Giornale, però, non si ferma qui. L’inchiesta Voci Di Milano avrà una seconda parte, dedicata soprattutto alla sanità: per tracciare una mappa dei bisogni e delle risorse offerte dalla città con l’aiuto, imprescindibile, di chi la abita.”

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