Milano 3 Giugno – Un incubo o forse solo un sogno macabro, uno di quelli che al risveglio ti lasciano l’amaro in bocca, la voglia di mandare tutti a ciapà i ratt, ma ..Dio mio…se si realizzasse. E così leggendo su L’Intraprendente un articolo che ipotizza Renzi al Governo fino al 2023, pio desiderio dello stesso Renzi, improvvisamente pensare a un Sala sindaco per cinque anni a Milano mi fa rabbrividire. Gianluca Veneziani scrive “Corre l’anno 2023, e chi comanda ormai di anni ne ha 50, la sua zazzera è più grigia, la sua parlantina più monotona e gli si vede ancor di più la panza. Ma Lui è ancora presidente….L’opposizione ormai non si vede più, in tv parla solo chi è con Matt, hanno fatto il Giornale Unico della Nazione, il Senato è abolito così come le Province, ma senatori e consiglieri provinciali stanno ancora là, sul carro di chi vince. Lui diceva di voler tagliare le tasse, ma per avere 80 euro del Pd devi procurarti il Pass, e se vuoi essere considerato come gli altri cittadini, prima devi chiedere il permesso a Verdini. Lui diceva di voler abbattere la Burocrazia, ma quella ancora vive e dura, più della mia vecchia zia. E poi prometteva di eliminare Equitalia, che invece sforna posti più di un volo di Alitalia. Giurava anche di voler combattere il Terrore, ma da anni viviamo tutti su un Barcone, perché le nostre case le abbiamo lasciate agli immigrati, e noi lavoriam per loro, sperando di essere integrati. Nessuno apre più un’impresa o vede la ripresa, perché l’unica crescita è stata quella della spesa. Ma lui ci dice ancora che #èlavoltabuona, e tutti pensano che sì, è la volta che lo cacciamo via da Roma”
Corre l’anno 2021 e il compagnuccio Sala parla ancora dell’Expo perché altro non ha fatto. In compenso è invitato con tutti gli onori alla Moschea gigante, più gigante del Duomo là dove c’era il Palasharp. Quelle abusive non si contano perché tanto prima o poi anche i cristiani diventeranno musulmani per rispettare meglio le loro regole e scambieremo il Ramadam con la Pasqua e sarà obbligatorio imparare l’arabo per un’integrazione interculturale efficace. E l’accoglienza sarà un’imposizione a cui i milanesi non potranno sottrarsi, magari ospitando una famiglia di migranti in casa propria, visto la saturazione degli spazi pubblici. E i centri sociali canteranno e balleranno nei parchi, nelle piazze, padroni di una Milano senza identità. E l’abusivismo sarà tacitamente permesso e gli inquilini della MM saranno ancora in attesa di un contratto e i Rom faranno i nomadi spostando i propri campi negli spazi della città a loro più graditi. E le opere pubbliche o di interesse pubblico saranno ferme per la litigiosità di una Giunta unita da uno sputo di opportunismo. E Sala andrà in Darsena a sognare le stelle di un avvenire che non è arrivato, tra il degrado e i Led. Ma gli amici e gli amici degli amici continueranno a far finta di fare cultura e impresa. E le strade dissestate saranno sempre più dissestate..tanto sono in periferia. E la gente chiederà a gran voce nei comitati di quartiere un po’ d’attenzione per i più deboli, la presenza delle istituzioni, il diritto di vivere dignitosamente. Ma Sala, il grande manager, avrà le mani legate dai vari assessori che già hanno dato il meglio con Pisapia e non sanno fare, non conoscono il saper fare. E, finita la legislatura, inizieranno a promettere perché l’arte delle illusioni è la loro arte.
Esagerazione? No, solo realismo.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano