Milano 4 Giugno – Ieri ci sono stati gli appelli finali di Sala e Parisi. C’è un tema che emerge forte e di cui avrei voluto scrivere lungo tutta la campagna. È una cosa che mi sta molto a cuore perchè tocca la mia storia personale. Il mio maestro, un grande uomo politico di Padova che ha attraversato indenne due repubbliche e cinquant’anni di storia politica Italiana, un giorno mi insegnò una grande lezione. I cittadini del mio quartiere di Padova stavano lottando contro una gestione piuttosto opaca dell’inceneritore. Io ero all’opposizione. Venne da me una Radicale protestando perché, stando a quanto mi diceva, la sinistra aveva prima concordato una mozione con i comitati di cittadini, poi se l’era riscritta. Lei aveva i due testi. Io ero molto ingenuo. Le promisi che l’avrei aiutata. Si scoprì, in pieno consiglio, che lei stava spudoratamente mentendo. Il PD non aveva cambiato alcuna mozione. Il mio maestro mi prese da parte e mi spiegò l’errore: mai, per nessuna ragione, promettere nulla che non si possa mantenere in prima persona. Io avevo promesso che avrei modificato la mozione. Se avessi fatto la cosa giusta, cioè promettere che mi sarei informato, non avrei fatto quella figura da cioccolatino. Ecco, ogni volta che sento Sala promettere posti di lavoro, in un modo o nell’altro, mi torna in mente quell’episodio. Io non voglio, assolutamente, pensare alla malafede. Ma possibile che Beppe sia così ingenuo da non rendersi conto che lui parla di una cosa e la gente ne capisce un’altra? Lui sta, chiaramente, pensando alle risorse che si potrebbero liberare con una gestione del fisco cittadino più intelligente. Ai posti che potrebbe creare il privato se lo Stato lo opprimesse un po’ di meno. E così via. Quello a cui NON sta pensando, perché non è cretino, sono assunzioni di massa, posti in comune per tutti o spesa pubblica a gogo. E non lo fa perchè, beh, la maggior parte di queste cose le ha già fatte Pisapia e non hanno funzionato. La spesa pubblica, in particolare. L’aumento esponenziale delle tasse è servito a questo. Ma non ha funzionato. Chi crede nel ruolo benefico dello Stato la chiama spesa improduttiva. Keynesiani e Liberisti, per una volta concordi, invece pensano che non esista alcuna reale differenza tra i vari tipi di spesa. In ogni caso, tutte le porte sono chiuse dal patto di stabilità. Quindi, signori, di che stiamo parlando? Del mago Copperfield, ovvero di quello che fa scomparire i problemi per far apparire procaci figliole ben poco vestite.
I veri problemi, però, non vanno da nessuna parte. Non escono nemmeno dal foyer. E Parisi, con pazienza e metodo li ha elencati. Prima tra tutti la sicurezza. Poi tasse e burocrazia. Ovvero la causa delle chiusure dei negozi e delle attività che portano lavoro. Solo che, detta così, è molto, molto meno sensuale, non vi pare? Però ha una qualità che nobilita questa versione. È innegabilmente vera. Innegabilmente. È tanto, in un’elezione. Speriamo sia abbastanza. Di prestigiatori, a Milano, se ne son già visti troppi.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,