Milano 7 Giugno – La periferia della zona 9, evidentemente, si è ribellata. La “percezione” di insicurezza, il degrado, l’abbandono hanno determinato la vittoria del centrodestra in un Municipio tradizionalmente di sinistra, tradizionalmente con maggioranze bulgare. Nella scuola di Thomas Mann era abitudine per il PD doppiare i voti di Forza Italia e superare nettamente la coalizione moderata. Una supremazia che non faceva neppure notizia. Anche durante il quinquennio Moratti, la sinistra aveva tenuto alto il proprio vessillo, unica zona di Milano. La sorpresa, quindi, allo spoglio è stata grande: Forza Italia quasi alla pari col PD e Parsi con liste collegate che se la giocava bene con la sinistra al punto di avere la meglio.
La giornata era iniziata all’insegna della buona educazione, con quell’accondiscendenza che il PD mantiene sempre, considerandosi il più forte senza se e senza ma. Poi ad osservare meglio i comunisti di Basilio Rizzo non ciciaravano neppure un cicinin con i rappresentanti del PD. “Noi non voteremo Sala al ballottaggio. Se condividessimo una politica liberale, voteremmo Berlusconi che, volendo, la sa fare meglio”. La frattura insanabile di una parte della sinistra, sta tutta qui: Renzi è un marziano che non sa fare politica sociale. “E Sala è un pagliaccio ancora peggio”. Questi i discorsi. I grillini si sentono una razza a parte, non condividono neppure una battuta, credono di aver un risultato eccezionale, nonostante i sondaggi. Alle prime battute, mentre si delinea un capovolgimento delle aspettative, i conciliaboli nei corridoi non si contano, le domande, le analisi a caldo incolpano Rizzo e compagnia, i musi sono decisamente lunghi. Ma a nessuno viene il dubbio che la loro presunzione e la loro ottusità siano l’origine di una disfatta in questo territorio fino a ieri impensabile.
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