Milano 8 Giugno – E la storia si ripete, nonostante le porte in faccia, nonostante la salvaguardia di un’identità a cui il Movimento 5 stelle tiene, giustamente, senza sbandamenti. Ma Sala, cinque minuti dopo lo spoglio dei voti, è già lì, con il cappello in mano e come già fece Bersani, a chiedere convergenze di programma inesistenti, nel segno di un opportunismo di facciata, perché i voti grillini gli servono – eccome se gli servono – per vincere il ballottaggio. E c’è da dire che, diversamente come fa ad ampliare il bacino di voti che ha preso? I seguaci di Basilio Rizzo negano di poter dare fiducia ad un “personaggio” incoerente, né carne né pesce, gradito a Renzi, ma sgraditissimo ai compagni duri e puri. E la partita è ancora tutta da giocare: Sala non ha asfaltato nessuno, non ha incantato le periferie, ha mantenuto i voti dell’apparato, ha dimostrato che nel PD le truppe cammellate acritiche sono la spina dorsale del partito, a cui si sono aggiunti musulmani di varia estrazione, più o meno radicali e i famosi cinesi che hanno determinato la sua vittoria alle Primarie. “Credo che gli elettori del Movimento 5 stelle siano vicini a tante delle nostre idee” ha dichiarato parlando della scelta degli elettori grillini in vista del ballottaggio “Pensiamo di avere in aree attigue grandi possibilità di recupero perché abbiamo lavorato tanto sul programma e ci può essere molta convergenza su altre proposte, da qui ripartiremo”.
Oggi non si può sapere quale sarà il voto del Movimento 5 stelle, ma sono sicura che non si faranno incantare da “convergenze” offerte all’ultimo momento, ma valuteranno i programmi esistenti dei due competitor, vaglieranno l’affidabilità o decideranno di astenersi. Ma quel cappello in mano strapperà solo una risata
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano