Accademia e lavoro come cuochi, progetto di integrazione per 16 profughi

Cronaca

Milano 10 Giugno – In questi giorni stanno imparando l’italiano e l’arte culinaria, a fine anno saranno assunti. E’ il progetto “Cucinare per ricominciare”, che coinvolge un gruppo di 16 profughi e sara’ presentato oggi all’Accademia del Panino Italiano. Logo_AVSIA promuoverlo, a pochi mesi dalla chiusura di Expo, la Cooperativa Farsi Prossimo, Avsi e Panino Giusto, che ora lo propongono come esperienza replicabile per una “integrazione autentica” dei migranti. L’idea, nata mesi fa nell’ambito della “Campagna Tende” di Avsi per il sostegno ai profughi, ha trovato in Farsi Prossimo e nell’impresa milanese Panino Giusto gli interlocutori per trasformarsi in una iniziativa concreta, partendo dal “gusto per la buona cucina italiana”. Il progetto prevede per un gruppo di rifugiati e richiedenti asilo, ospitati nei centri di accoglienza di Milano, un percorso di formazione linguistica e professionale, presso l’Accademia nata lo scorso settembre in via Pompeo Leoni. Li’ in 16, da maggio, stanno gia’ studiando, e proseguiranno fino alla fine di giugno. logo-coop-farsi-prossimo-1-square-956x480Poi li attende un tirocinio di sei mesi nei ristoranti Panino Giusto a Milano, fino a dicembre. Quindi per alcuni o tutti i tirocinanti e’ prevista l’assunzione nell’azienda. Ad illustrare l’iniziativa, venerdi’ alle 11.30 presso la sede dell’Accademia del Panino Italiano, in via Pompeo Leoni 2, saranno il segretario generale di Fondazione Avsi, Giampaolo Silvestri, il responsabile area stranieri della Cooperativa Farsi Prossimo, Paolo Pagani, l’amministratore delegato di Panino Giusto, Antonio Civita, e i protagonisti, i corsisti, che a mezzogiorno si cimenteranno nelle cucine dell’accademia. “Mentre l’Europa sembra balbettare rispetto alla grande questione dei profughi – spiega Silvestri – sul terreno esistono esperienze concrete come questa collaborazione, che si propongono come nuovi modi di rispondere ai bisogni di chi arriva qui, ma anche di favorire processi di integrazione autentica. Ogni soggetto coinvolto fa ‘il suo lavoro’ e per tutti è una chance di crescita”.

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