Parchimetri manomessi con bastoncini e gel, 3 stranieri denunciati per furto e truffa

Cronaca

Milano 10 Giugno – Parchimetri manomessi con del gel e un bastoncino di legno. Un procedimento molto semplice che fruttava poche decine di euro al giorno ai malfattori ma che arrecava molto disagio ai cittadini. Gia’ Striscia la Notizia, qualche tempo fa, denunciò pratiche simili.

Succedeva in pieno centro, nelle vie attorno alla sede del Comando provinciale dei Carabinieri in via Moscova. E proprio lì, molti automobilisti truffati andavano a denunciare l’anomalia: “Inseriamo la moneta per il pagamento ma non ci viene erogato nessun biglietto e la moneta resta incastrata”.

La prima a denunciare tutto, secondo la ricostruzione dei militari, è stata una giornalista che dopo aver parcheggiato in corso di Porta Nuova, non era riuscita ad acquistare il ticket. La donna, dopo aver esaminato con attenzione la feritoia per l’introduzione delle monete, aveva trovato tracce di gel per capelli e un bastoncino che impediva la restituzione del denaro rifiutato.

Denunce ai carabinieri, ma la questione era stata segnalata anche ad Atm che aveva sollevato il caso sui tavoli della commissione sicurezza. Comincia così una veloce indagine dei militari della Stazione Moscova che in pochi giorni di osservazione e appostamenti in borghese scopre che gli autori delle manomissioni sono due uomini e una donna.

Giravano nel territorio tra le via San Marco e corso di Porta Nuova, iniettavano del normalissimo gel per capelli con una siringa nella fessura per l’ingresso della moneta e un bastoncino nello sportello per il resto, bloccando le monete. Aspettavano nei paraggi e poi tornavano a prelevare il denaro. Si ‘facevano’ un centinaio di euro al giorno, secondo le stime delle forze dell’ordine.

I tre sono stati denunciati a piede libero per furto aggravato dal mezzo fraudolento e truffa ai danni di Atm e sono state avviate le procedure per la loro espulsione dal territorio nazionale. La coordinatrice di tutto era una donna ucraina ventiduenne, con lei agivano un egiziano ed un marocchino quarantenni. Al momento del fermo, l’egiziano si sarebbe giustificato dicendo, che le monete gli servivano per chiamare la mamma in Egitto. (MilanoToday)

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