Milano 14 Giugno – Ad Orlando un sostenitore del Califfato ha ucciso 49 frequentatori di un locale omosessuale. Lo ha fatto dopo aver dichiarato la propria fedeltà al Califfo. Lo ha fatto dopo un lungo periodo di conversione. Lo ha fatto a maggior gloria di Allah. Questi sono i fatti. I fatti nella loro nuda realtà. L’Isis ha rivendicato. La polizia ha registrato la dichiarazione. Non ci sono dubbi, non ci sono zone d’ombra, se non sul numero dei partecipanti e sull’organizzazione. Ma il movente, oh, il movente è chiaro e limpido. Cristallino, direi. Ed invece, no. No, per i media della sinistra Liberal da ambo le sponde dell’Atlantico, no non è semplice. Il problema è questo, il terrorismo esiste. Gli omosessuali sono bersagli del fondamentalismo Islamico. Il terrorismo Islamico è una piaga. MA. Ma gli islamici sono discriminati. O meglio, sono uno dei bersagli di Trump. Quindi vanno difesi. Inoltre c’è un altro, piccolo, problema da affrontare. L’assassino, il terrorista, era Americano. Era normale, se normale in questi contesti significasse qualcosa, fino a due anni fa. Poi è cambiato, dicono. A questo punto nasce lo scontro. Gli Islamici sono perseguitati. I Gay sono perseguitati. Se un Islamico massacra dei gay perché gay è un disastro. Quale minoranza privilegio? Chi salvo? Non si può fare a figli e figliastri. Urge soluzione creativa. Per fortuna interviene il padre dell’attentatore. Il quale dice che il figlio non è un estremista, meno che mai un fondamentalista. È che ha visto due uomini baciarsi ed ha dato in escandescenze. Ah, tutto a posto. Non è stato un terrorista Islamico, è stato un omofobo. E siccome stavolta, invece di ricorrere al tritolo, ha usato un fucile da assalto, allora è chiaro che sia colpa delle armi. Questo consente di raggiungere tre obiettivi: discolpare l’Islam, incolpare l’omofobia e lasciare i 49 morti sulla soglia del Partito Repubblicano. Con buona pace dell’Isis e del resto del mondo che guardano increduli questo delirio. Intanto non vi è alcuna incompatibilità tra omofobia ed Islam. Anzi. Poi la storia delle armi sta cominciando a stufare. Al Bataclan spararono uomini armati illegalmente. Qui se ha sparato uno armato legalmente fa davvero qualche differenza? Inoltre il tizio era una guardia giurata, le guardie giurate anche in Italia possiedono armi. Se state cercando di dirmi che con una semi automatica avrebbe fatto meno morti, temo vi stiate illudendo. Certo se vi fossero stati più uomini armati nel locale sarebbe finita diversamente, come la storia di Israele ci insegna.
Ma niente, i semplici fatti nulla possono contro la propaganda. Soprattutto quella sinistra. Così Obama non nomina mai l’Islam, ma parla di estremismo interno. E qui, signore e signori, siamo ad un passo dalla verità. In effetti questa strage è Americana. Il fatto che il movente sia alieno alla tradizione Usa è irrilevante. L’uomo che prende le armi per risolvere un problema, nel bene e nel male, è tipicamente USA. Solo che il movente… il movente o lo si riscrive o diventa un problema. Rischiare di dar ragione a Trump. Il problema, però, è che, se è vero che è impossibile ignorare la realtà, è impossibile ignorare le conseguenze di aver ignorato la realtà. L’Isis festeggia. Il Mondo Occidentale non cade nella rete di menzogna. Ed Hillary scricchiola. Non va tutto bene, madama la marchesa. Ed i cittadini Americani sono duri da disarmare. Come finirà, io non lo so. Ma ho la completa e forte certezza che il terrore non piegherà gli stati Uniti d’America.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,