Milano 20 Giugno – Ad altri l’analisi politica del voto. Perché l’amarezza è nello stomaco e nel cuore. Ha vinto il trasformismo, l’opportunismo, l’abilità di essere “come tu mi vuoi”. Ha promesso, ha ballato l’ipocrisia, ha cantato le favole, ha guardato dall’alto, senza sporcarsi le mani, la Milano che soffre, ma ha vinto.
Si dirà che ha votato solo il 50% dei milanesi, si dirà che i Centri sociali, dopo le contestazioni, l’hanno votato con convinzione, si dirà che la Lega, forse, non si è impegnata fino in fondo, ma ha vinto.
E così, dopo l’arancione, abbiamo un sindaco Arlecchino, servitore dei Musulmani, dei cinesi, di Casa Pound, dei Gay in attesa di matrimonio, dei Rom in attesa di una casa, dei profughi in attesa di asilo politico o semplicemente clandestini, dei Centri sociali in attesa di regolarizzazione. Più arcobaleno di così..
Con i soldi nostri darà un contentino qua e un contentino là, costruirà la mitica Moschea ecc., ma anche Cappato sarà felice, perché da subito inizieranno i tavoli di studio per la fattibilità dell’apertura dei Navigli e il lavoro di analisi durerà cinque anni senza concludere un bel niente.
E voglio vedere la dolce Sumaya in odore di fondamentalismo islamico celebrare i matrimoni gay e Casa Pound cantare bandiera rossa con i partigiani dell’Anpi e Majorino affamare gli anziani per dare accoglienza ai poverini che sono vittime delle guerre.
Perché in questa arlecchinata di contraddizioni, i milanesi per lunghi cinque anni staranno a guardare in attesa di un po’ di briciole, ammesso che i milanesi sopravvivano a tanto scempio.
L’amarezza è diventata rabbia. Ma Sala ha vinto e non riesco a capire il perché.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano