Milano 22 Giugno – Chi l’ha provata non la dimentica: durante il sonno, ci si ritrova all’improvviso svegli ma come paralizzati, con la sensazione di una minacciosa presenza estranea che incombe su di noi o addirittura tenta di farci del male. La scienza ha un nome e una spiegazione per questa esperienza, è la paralisi nel sonno, o paralisi ipnagogica, un disturbo che appartiene alla categoria delle “parasonnie”.
CATTIVA SINCRONIA. Di che si tratta? È un “malfunzionamento” che si può verificare mentre dormiamo. Nella fase cosiddetta REM del sonno, quella in cui prevalentemente avvengono i sogni vividi, i nostri occhi si muovono, ma il corpo è immobile, con i muscoli “paralizzati” per un meccanismo fisiologico. A volte succede però che il risveglio non coincida esattamente con la fase in cui i muscoli hanno ripreso il loro tono, per cui ci si ritrova coscienti ma incapaci di muoversi.
In alcuni casi, la combinazione di attività mentale onirica e stato di veglia provoca delle allucinazioni, quasi sempre avvertite come visioni o sensazioni paurose. Il terrore, infatti, è un elemento centrale di questa esperienza, probabilmente causato da una iper-attivazione dell’amigdala, la parte del cervello responsabile dei meccanismi di ansia e paura.
NON È UNA COSA RARA. Secondo uno studio, fino al 40 per cento delle persone sperimenta la paralisi del sonno almeno una volta nella vita, anche se la maggior parte la definisce “un brutto sogno”. Per una minoranza di soggetti si ripete invece più spesso, e spesso le vittime, specialmente se non sanno di che cosa si tratta, riferiscono di una grande angoscia che condiziona anche la vita. Pare che vadano incontro più facilmente a questo fenomeno le persone che soffrono del disturbo da attacchi di panico, e le persone molto ansiose o depresse. Come categoria, gli studenti sarebbero i più esposti.
IN TUTTO IL MONDO. Ora le neuroscienze hanno spiegato, almeno in parte, di che cosa si tratta. Ma il fenomeno è noto fin dai tempi antichi, e per spiegare queste terrorizzanti esperienze notturni si ricorreva all’intervento di streghe, demoni, forze oscure. In comune nei racconti delle varie culture c’è il senso di una presenza estranea nella stanza, e della sensazione sgradevole di essere toccati o schiacciati.
I Greci parlavano di pnigalion, o di barychnas, termini collegati alla difficoltà di respirare. In diversi paesi europei ci sono tracce di racconti di una cavalla che sale sul petto dei dormienti, o porta con sé degli spiriti maligni.
Uno dei miti più studiati e descritti è quello della Old Hag dell’isola di Terranova, una strega che assale i dormienti e li lascia incapaci di gridare o reagire. Nella cultura degli Inuit si parla di uno spirito malvagio che cerca di impossessarsi del corpo di una persona che dorme, mentre in Giappone il potere in questione si chiama Kanashibari.
NON TUTTO IL MALE … Ci può essere anche un lato positivo della paralisi del sonno. Jorge Conesa Sevilla, uno psicologo, ha illustrato in un libro alcune tecniche per evitare il panico per chi dovesse esserne vittima, e per sfruttarla come via d’accesso a un’altra singolare sensazione esperienza, quella dei sogni lucidi, vale a dire lo stato in cui si prende consapevolezza che si sta sognando e – pare – si riescono a indirizzare i contenuti dei sogni. Sulla paralisi del sonno lo psicologo Cristopher French e la film maker Carla MacKinnon hanno anche realizzato un cortometraggio (visibile qui, in inglese o a fine articolo) per spiegare di che cosa si tratta e possibilmente diminuire la paura.
In ogni caso, può consolare il fatto che per quanto terrorizzante la paralisi nel sonno dura poco: non più di due minuti, e nella maggior parte dei casi pochi secondi.
Chiara Palmerini (FOCUS)
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