Parisi “Ora darò un contributo ai moderati, non si può vincere con un leader radicale”

Attualità Milano

Milano 22 Giugno – Proponiamo l’intervista a Stefano Parisi di Andrea Montanari pubblicata da Repubblica.

Parisi, voi avete perso a Milano.
“Per una manciata di voti. Per come era partita, abbiamo dovuto ricostruire una militanza e un programma e la reputazione del centrodestra a Milano. È stata comunque la città metropolitana dove abbiamo fatto il miglior risultato, restituito fiducia. Per questo dico che si deve ripartire da qui”.

Salvini però non ci sente.
“Solo una leadership moderata può diventare maggioritaria in Italia. Un centrodestra con un leader radicale non potrà mai avere la maggioranza dei voti. Questo è evidente e lo dimostrano i risultati delle altre città. Quando il centrodestra si spacca o ha una guida radicale, perde. Noi, invece, abbiamo perso per molto poco”.

Qual è il suo modello?
“Guardare in faccia ai problemi senza ipocrisie e cercare delle soluzioni vere all’immigrazione, alla povertà, alla sicurezza e alle opportunità di sviluppo”.

Per questo ruolo oggi è più facile che abbia maggiori chance un Toti, che ha vinto in Liguria, piuttosto che Parisi che ha perso a Milano.
“Può essere. Io in fatti non mi sto proponendo come leader. Farò il consigliere comunale a Milano, ma qui è nata una cosa che non va buttata via. C’è un programma di governo”.

Me se qualcuno glielo chiedesse?
“I leader li decide il consenso, non qualcuno a tavolino. È successo anche a Matteo Renzi “.

Parteciperebbe alle primarie?
“Non è un tema attuale. E comunque io non voglio sfidare nessuno, sarei un mitomane se oggi pensassi a questo. Voglio dare un contributo costruttivo alla riorganizzazione del mondo moderato, liberale e popolare “.

Riorganizzare come?
“Come a Milano. Capisco che oggi chi ha perso di più sia un po’ amareggiato, ma penso che il centrodestra debba darsi un’immagine diversa, di forza di governo credibile”.

Con la Lega?
“La Lega non può non essere un alleato, ma credo che debba riflettere sul fatto che gli elettori vogliono delle soluzioni ai problemi. Il voto di pura protesta va ai Cinque Stelle o sta a casa. La Lega rappresenta problemi veri, ma una coalizione deve offrire risposte credibili e realistiche. Solo così si riconquistano gli elettori”.

Ha sentito Berlusconi?
“No, mi ha mandato diversi messaggi di soddisfazione”.

Perché avete perso?
“C’è stato un fortissimo serrare le fila del centrosinistra e da parte nostra un pochino meno “.

Hanno lavorato tutti?
“Mi auguro di sì. Abbiamo aumentato i voti al secondo turno e questa è una novità. Ci aspet tavamo di più, ma qualcuno è rimasto a casa. La sinistra, invece, ha riportato tutti al voto. È stata più brava nell’organizzazione. Renzi ha fatto addirittura scrivere da un giornale che a Milano non si poteva perdere, che per lui era determinante. Ha avuto il suo effetto”.

Tradito dai grillini?
“Non credo. Il voto Cinque Stelle è un voto di opinione libero. In gran parte sono rimasti a casa”.

La sua sarà un opposizione costruttiva?
“Mi ha telefonato Pisapia. Mi ha detto che si augura che con la mia presenza il Consiglio comunale di Milano possa beneficiare della qualità di rapporti tra maggioranza e opposizione. Mi ha detto di aver sofferto molto, da sindaco, le posizioni di chi voleva bloccare le attività. Avevo proposto a Sala, senza successo, un patto contro l’ostruzionismo per il bene della città. È giusto che l’opposizione controlli che la maggioranza non faccia errori, ma anche che sostenga delle scelte se sono utili “.

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