Milano 24 Giugno – Chi non vede oggi quanta grancassa ottimista venne giocoforza suonata durante l’occupazione post postbellica? Film e giornali fecero a gara per esaltare la triste contentezza della pelle salvata, descrivendola come esaltazione democratica.
La nuova classe dirigente Costituente diventò, in quelle colonne e pellicole, un club di geniali Titani che in realtà, aveva passato gli anni precedenti in trepidante attesa, feroci spiate, umiliante sottomissione, sottotraccia d’alto profilo tra Treccani, banche e vescovati quando non nell’amore poi ripudiato per il regime crollato nella guerra.
Nessuno si stupì allora per il successo di un partito raccogliticcio, formatosi come d’incanto attorno ad uno capocomico anglonapoletano dal monocolo petroliniano. Gli uomini della strada, quelli che non erano famosi al tempo del fascismo e che non lo sarebbero divenuti nemmeno dopo, votarono quella formazione, ritrovandosi perfettamente nel suo Uomo Qualunque. Poi i qualunque si sparsero nel nuovo partito conservatore.
Non ci furono in quei primi anni polemiche attorno all’ipotetico partito neofascista, perché c’era già, gigantesco attorno a Giannini, fatto di tanti uomini qualunque, allergici alle mistiche ma sostenitori dell’ordine precedente, senza spartizioni e polemiche per ogni cosa.
In questi decenni abbiamo visto nuovi spartiacque, compromesso terroristico, mani pulite, golpe 2011, ogni volta sostenuti da film e giornali, burattini di occhiuta lontana regia. Nuovi geniali Titani e il loro rinnovamento sono apparsi e scomparsi, Rai3, leghisti, ulivisti, europeisti, nazionisti. Ogni volta, a bocce ferme, si è soggiunto che le razze padrone precedenti erano migliori.
Il lavorio dei peggiori non ha mai smesso di cercare di distruggere quanto ereditato dai padri fondatori, l’indipendenza delle grandi tutele sociali, delle grandi infrastrutture, delle grandi aziende; un patrimonio sostenuto in modo diversi dai liberali, fascisti, dc, socialisti, berluscones..
Oggi i peggiori si trovano contro movimenti raccogliticci di un comico persiangenovese, paradossalmente loro alleati dell’inizio e poi divenuti strada facendo massa di uomini e donne qualunque, allergici ai trans-formismi esasperati ed alle caste ereditarie, desiderosi di ordine e buon senso. E’ proprio quest’ultimo movimento di protesta, troppo grande per restare tale, che plaude oggi Mattei, Cefis, Pascale, gli uomini della spina pubblica economica, gli stessi schifati dalle proteste di decenni.
Le Appendino, Raggi, ma anche Ceccardi di Cascina,
sono giunte al potere nei Comuni per la ripulsa fisica dell’occupazione finanziaria e mediatica. Non ci si è troppo stupiti per la vittoria di queste donne qualunque ; eppure la loro non è la solita vittoria Tv\teatrale, dello showman famoso che sputa nell’antica mangiatoia.
E’ una vittoria vera e palpabile, di presa di casa delle donne qualunque. Anche riuscissero a farne delle puppet vip, delle Pivetti Parietti, ne arriverebbero altre anonime come le protagoniste di oggi. Anche fossero blandite ed aggregate al grande circo, non calerà, almeno per un po’, la voglia istintiva di un’antica restaurazione.
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Giuseppe Mele
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