Milano 24 Giugno – L’apparenza conta. Eccome se conta. Il giornale scrive “…l’attenzione del manager Expo si è concentrata su una questione che ai più potrebbe apparire secondaria: cambiare i mobili dello studio. Personalizzare con un nuovo stile che renda concreta anche nel design la frase pomposamente pronunciata nei giorni scorsi: «Io e Pisapia non saremo come i due Papi».
Perché oggi da Sindaco eletto deve dimostrare di avere finalmente una personalità propria, dopo tanti torcicolli e magliette souvenir. Deve creare una discontinuità che si veda subito, che non lasci dubbi, che rispecchi il suo saper fare. E allora un tocco qua, un tocco là e voilà il nuovo arredamento sarà il segno tangibile dell’affermazione di sé. E chi si meraviglia che il cambiamento d’arredo avvenga prima della formazione della Giunta, non capisce che la filosofia politica del Nostro è stata, è e sarà sempre quella dell’apparire, paradigma di un modus operandi opportunistico di convenienza.
Dopo aver digerito obtorto collo imposizioni a destra e a manca, dopo aver modificato il programma politico quasi fosse un tira e molla, dopo aver imbarcato tutto e il contrario di tutto, finalmente è libero di fare qualcosa in modo indipendente: cambiare l’arredo dello studio e smarcarsi da quel Pisapia che in fondo in fondo non gli è mai piaciuto.
Ma rimarrà l’unico atto di autonomia perché il PD incombe, gli ex assessori reclamano un posto al sole, Sel è sul piede di guerra, Cappato (che non è entrato) esige un assessorato. Con le mani legate dalla voracità dei pretendenti, ben poco sarà disuguale dalla vecchia Giunta. Gli rimarrà, come soddisfazione personale, l’aver cambiato i mobili.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano