A Milano la creatività artistica dà occupazione e reddito

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Milano 25 Giugno – Un’interessante analisi di Luca Zorloni su Il Giorno ci restituisce l’immagine di una Milano che con la creatività dà occupazione e reddito. Ne proponiamo l’articolo: “Se c’è una città in Italia dove con la creatività si mette il pane in tavola, questa è Milano. Capitale della moda e del design, solo per citare i due casi più eclatanti. E quest’anno di nuovo alla ribalta mondiale con la XXI Esposizione internazionale dell’arte, firmata dalla Triennale, che solo di turismo nei mesi scorsi aveva già generato un indotto da 140 milioni di euro, come aveva ricordato il presidente del museo, Claudio De Albertis.

Prendiamo l’ultima edizione del Salone del mobile: 370mila visitatori, un record storico. Tanto da puntellare l’idea di replicare il Fuorisalone a ottobre con un appuntamento più culturale. Meno fiera, quindi, qual è l’appuntamento dalle parti di Rho, più appuntamenti artistici ma pur sempre motori di una macchina organizzativa che alimenta le casse di piccole e medie imprese.

L’arte stessa, nella sua forma più alta, che va in scena nella fiera Miart, ha registrato «quest’anno un aumento dei visitatori dell’11% e dell’interesse dei collezionisti non solo internazionali, ma anche italiani», si legge nel rapporto «Io sono cultura» di Fondazione Symbola e Unioncamere. E sulla scia di Expo, proprio il dossier evidenzia come Milano nel 2015 si ponga seconda solo a Roma per spesa turistica attivata dal sistema cultura,1,3 miliardi di euro (tuttavia, meno della metà di quella catalizzata dalla capitale). Al decimo posto, con 556 milioni di euro c’è Brescia. Provincia che quest’anno dovrà mettere a bilancio la febbre da «Floating Piers»: circa 400mila persone approdate in meno di una settimana sulle sponde del lago d’Iseo per calcare l’opera di Christo. La spesa materiale e, soprattutto, l’eco immateriale che l’installazione dell’artista regala al Sebino.

Ma in generale, tutta la Lombardia è un polo creativo: delle venti province italiane dove questo settore ha maggiore incidenza, sette appartengono alla regione. Milano, prima in classifica con l’8,4%, quinta Monza, poi Como, Lecco, Varese, Cremona e Bergamo.Mantova, i cui gioielli erano stati messi a repentaglio dal terremoto, è riuscita a conquistare il titolo di capitale italiana della cultura 2016, titolo che si porta dietro 3,4 milioni di euro di budget di spesa (più uno da Roma) e fa il paio con il festival letterario che da vent’anni ha messo la città al centro dell’industria editoriale internazionale. Mentre a Varese, si legge nella relazione, si conta uno dei pochi artist-run spaces, ossia anelli di collegamento tra le accademie di belle arti e le gallerie per far decollare i giovani artisti. D’altronde, la bellezza è nel dna della Lombardia, che vanta 9 dei 47 siti Unesco in Italia e il titolo di patrimonio immateriale dell’umanità al saper fare liutaio di Cremona.

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