Milano 27 Giugno – Quando Kandisky incontra a Berlino Gabriele Münter, lei è una giovane aspirante pittrice, lui un artista “esule”. In Russia ha lasciato una brillante carriera, una moglie, una patria.
A BERLINO – L’amore fra il re dell’astrattismo e la ventenne nasce fra tele e pennelli, fra bozze e rimproveri, fra due stili che si mescolano. Una passione scoppiata senza che però Kandisky riesca a lasciarsi alle spalle la sua vita russa, principalmente i sensi di colpa nei confronti della moglie. Del resto i loro caratteri non erano molto compatibili, lei non era pronta a votarsi per la sua carriera e ogni tanto gli undici anni di differenza si sentivano.
IL MAESTRO E L’ALLIEVA – Non era “addomesticabile”, neppure come artista. Vasilij le aveva detto: «Sei un’allieva senza speranza, non ti si può insegnare nulla. Puoi fare solo ciò che è maturato in te. Tu hai tutto dalla natura. Quello che io posso fare per te, è proteggere il tuo talento e fare in modo che non si falsi». Nonostante le differenze, il loro tormentato rapporto resse per 12 anni. Il suo humor infastidiva lui e lei soffriva perché la “fidanzatina” non era considerata artisticamente: «Nessuno ha riconosciuto il mio ruolo determinante… Tutti hanno visto in me la signora del gruppo. Che io dipingessi era un fatto secondario».
CUORI INCOMPATIBILI – Il problema reale fra loro due non fu mai il fatto che lui fosse sposato. Non convolarono mai a nozze, neppure quando nel 1911 Kandisky ottenne la separazione, la loro era una “unione di coscienza”. Gabriele non accettò mai di annullarsi nel maestro come avrebbe fatto (e rivelato) Nina Andreevskaja, la sua seconda moglie. La relazione finì del 1916, Gabriele entrò in crisi, smise di dipingere mentre dopo neppure un anno Kandisky aveva una moglie e una nuova vita. (Libreriamo)
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