Salvate il soldato Oriana. A Firenze gli scrittori chiedono una via per la Fallaci

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Video reportage di Claudio Bernieri

( musiche di Luciano d’Addetta)

Milano Tutti se la ricordano a Firenze quella maledetta tenda dei somali, davanti al Duomo, che scatenò , oltre 13 anni fa, l’ira funesta di Oriana Fallaci.

Da allora, incominciò l’Invasione..

«Io non vado a rizzare tende alla Mecca. Io non vado a cantar Paternostri e Avemarie dinanzi alla tomba di Maometto» lei scrisse. Colpevole di islamofobia! Fu inserita nella lista di proscrizione della cultura buonista. Oggi 4 scrittori l’hanno ricordata a Firenze, a due passi dal Duomo: a loro modo, con 4 libri. E  proponendo anche un’idea, portata avanti da Armando Manocchia da dieci anni, caparbiamente: una strada intitolata a Oriana Fallaci.

Già: la scrittrice fiorentina celebre in tutto il mondo, è tuttora ignorata dalla amministrazione fiorentina di sinistra. Molto vetero, e comunista d’antan, in stile Boldrini.

La vendetta della cultura buonista la perseguita ancora….Forse perché le sue profezie sull’Islam si stanno avverando?

Ma è così pericolosa l’Oriana ? Eccolo, il soldato Oriana, disperso nelle biblioteche, nei libri di testo. Una autrice  sempre venduta e letta dagli spiriti forti.

Dopo le sue lettere pubblicate da Rizzoli, piovono  altre pubblicazioni…con tante storie inedite….

Siamo in una delle capitali del buonismo, dove i vu cumprà impongono il mercatone delle griffe del falso, made in Bangladesh, proprio di fronte al campanile di Giotto… Un suk che è un insulto soprattutto  alla bellezza  e alla cultura di Firenze…Firenze

Ma la giunta comunista, di scuola trinariciuta à la carte, sorda ad ogni buon senso, tace.

Gli orbi vigili urbani  fanno finta di non vedere.. Ma gli ordini del comune sono tassativi… non molestare più di tanto  i clandestini… Mai come oggi Oriana Fallaci sembra una profetessa, a Firenze, piccina Bielorussia della cultura sado marxista.

Una via intitolata a Oriana Fallaci nella sua Firenze (e la gente lo chiede) sarebbe il minimo riconoscimento a una scrittrice tra le più note al mondo, ma odiata dall’establishment culturale italiano, infarcito di buonismo & chador.

Una ottima  occasione per chiedere spiegazioni al politico  e scrittore Riccardo Nencini, amico personale di Oriana ( nonché viceministro del governo Renzi): la ghiotta occasione è stato il convegno della associazione “Una via per Oriana”, che Armando Manocchia ha organizzato proprio a due passi dal campanile di Giotto, assediato dai vu  cumprà …A

Oriana la profetessa, la Sibilla patriota, la Giornalista-Scrittore-partigiana con l’elmetto, l’italiana che mise nel sacco Kissingher  nella sua epocale intervista non ha finora avuto lo straccio di una targa a Firenze.. Una strada intitolata a suo nome nella sua Firenze? Fantascienza. Un giardino. Una aiuola. Una biblioteca. Un cortile?  Magari una targa in quella magica strada che dal Duomo porta al David di Donatello? Ora il capolinea,  la piazza della Signoria, è un grande suk  invaso da centinaia di vu cumprà che con la loro paccottiglia offendono la Bellezza: une avenue Fallaci sarebbe un congruo risarcimento.

Alessandro Gnocchi  autore de ‘I nemici di Oriana’ (ed. Melville), libro dedicato proprio a una  Fallaci che i media politically correct non celebrano volentieri perché irriducibile agli schemi del conformismo, ha letto alcune pagine “ proibite” di Oriana. L’Oriana post 11 settembre 2001, quella de “La Rabbia e l’Orgoglio” e dei successivi “La Forza della Ragione” . La sua colpa? Aver violato i tabù e i santuari dei benpensanti, esprimendo una posizione netta sull’Islam, da lei ritenuto inconciliabile con i valori “occidentali”, e sull’immigrazione incontrollata, una forma di invasione demografica dalle incalcolabili ricadute culturali. La Oriana che disse no al “fottuto chador”( ma che fu obbligata a indossarlo per intervistare Khomeini), la Scrittrice Scomoda, la Rejetta del Corriere vende però ancora tantissimo.

Nicoletta Corsalini ha presentato  il suo ultimo libro: ‘Oriana Fallaci. Amore, vita e morte nelle sue opere’: dopo anni di studio e approfondimento delle opere della grande Giornalista dimenticata: con tenacia e costanza  Corsalini ha tracciato una propria analisi dalla miriade di avvenimenti e fatti storici narrati dalla Fallaci, estraendo, ricostruendo ed assemblando le caratteristiche prevalenti della sua scrittura.

Riccardo Nencini alla fine si è sottoposto suo malgrado a un  “autodafè controculturale”: non  solo un protagonista della politica toscana e apprezzato scrittore, il fiorentino Nencini  è stato soprattutto l’amico di Oriana che le fu accanto fino alla morte.

Nencini ha ricostruito la storia di un amore tradito, della  Patria di Oriana, dell’Oltrarno dove Oriana si era fatta donna, cresciuta dalla fame e dalla guerra. Nencini  ha raccontato del grido di dolore lancinante, dell’urlo di Oriana verso la sua città: “Firenze brucia. E io l’ho perdutamente amata…. Firenze è una matrigna con i suoi figli migliori. Guarda il poeta…”.

“E’ morta in piedi come la Bronte!”

A tale sentenza  il renziano Nencini  ha ammesso, recitando il mea culpa:

“Non capisco perché la sinistra fiorentina non dedichi una via alla Fallaci: mentre è andata a premiare Saramago, uno scrittore  che ha inneggiato  alle prigioni di Fidel Castro..”.

Si replica a settembre, quando ci sarà l’anniversario della morte del soldato Oriana.

Il boldriniano consiglio comunale fiorentino dovrà un giorno rispondere ai posteri, ai direttori di biblioteche, ai commessi delle librerie e pure alla Rizzoli di tale fanatico oblio.

Claudio Bernieri

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