Come quello per cui la bandiera arcobaleno deve essere esposta “obbligatoriamente” dai pennoni delle sedi dei municipi.
Gruppi radicali e LGBT tuonano di “illegalità” e “omofobia”, se qualcuno delle nuove maggioranze osa rifiutarsi di continuare ad esporre quelle bandiere. Ma forse la vera illegalità e prevaricazione era la loro che avevano imposto, mediante delibere assurde, l’esposizione di simboli privati dalla sedi istituzionali.
A noi quelli che si fissano su queste cose ricordano quelli che, ai tempi di Hitler, imponevano lo stendardo con la croce uncinata (e guai a non metterlo, perché si sarebbe stati contro il popolo tedesco), o ai tempi di Stalin imponevano la falce e martello (e guai a non metterlo, perché si sarebbe stati contro il popolo lavoratore).
Ora, la motivazione per cui questi dittatorelli pensano di poter imporre le bandiere arcobaleno dalle sedi istituzionali è che questa bandiera rappresenterebbe la “antidiscriminazione” e quindi “nessuno può essere contro la antidiscriminazione“.
Qualcun altro potrebbe con la stessa disinvoltura vederci altri significati. Ad esempio il contrario esatto della antidiscriminazione, e cioè la imposizione di una ideologia intollerante e totalitaria.
E pertanto è destituita di ogni fondamento la pretesa che la bandiera arcobaleno debba forzatamente essere imposta, perfino dalle sedi istituzionali, assieme alla bandiera italiana ed europea, pena l’accusa di essere “per la discriminazione” o addirittura “omofobi e fascisti” (come abbiamo letto su decine di siti internet dei buffoni di sinistra).
Se la bandiera arcobaleno rappresenta la lotta alla discriminazione LGBT, la bandiera della manif rappresenta la difesa della famiglia, che (lo dice anche la costituzione del nostro paese) rappresenta la cellula fondamentale della nostra società.
Quindi, entrambe le bandiere potevano rimanere, no? Anzi, qualcuno, facendo una parte del suo dovere, avrebbe potuto mettere una bandiera della Manif pure nella sede del municipio accanto alla arcobaleno.
Censura alla velocità del fulmine.
Comunque la natura intollerante del gesto non cambia,
Insopportabile invece, evidentemente, per chi si batte per la “antidiscriminazione”, tollerare che qualche altra bandiera, oltre alla sua, (tanto meno una che parla di famiglia) possa essere esposta pubblicamente….
A noi sembra il contrario esatto. E cioè che queste bandiere incarnino la logica della discriminazione ideologica istituzionalizzata. E la rimozione della bandierina della manif (da chiunque sia stata fatta) ne è la prova.Ci sembra che dietro a queste cose ci sia sotto la stessa logica totalitaria che si respirava, negli anni ’70. Con la sola differenza che allora si parlava di comunismo, e oggi di LGBT.
A.C.K.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845