Brexit è opportunità per Milano. Bisogna però togliere i lacciuoli messi da De Cesaris

Fabrizio c'è Milano
Milano 5 Luglio – Si fa un gran parlare delle opportunità che si aprono per Milano con la Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dalla Unione Europea.
La questione riguarda 2 agenzie europee che hanno sede a Londra e i quartier generali di numerose società finanziarie che potrebbero spostarsi dentro l’area Euro.
Il neo sindaco Sala farà subito una missione a Londra per proporre l’area Expo come sede di una delle 2 agenzie e anche il grande chiacchierone nazionale, il Premier Renzi, ha garantito il suo impegno.
La sfida più interessante sarebbe però  attrarre non tanto uffici pubblici, che ospitano in tutto  300  persone, quanto numerose società finanziarie private che porterebbero un grande indotto di lavoro, consumi e ricchezza.
Per fare questo Milano, che pure ha molte carte da giocare sul piano dell’attrattività, deve però sconfiggere la lentezza esasperante della sua macchina pubblica in materia di edilizia e urbanistica.
In sintesi, deve cambiare subito il suo Piano di Governo del Territorio e il suo regolamento Edilizio. Deve cambiare la sua impostazione di politica urbanistica, fondata sulla cultura del sospetto e sul formalismo più che sulla qualità architettonica  e sulla funzionalità. Deve cambiare la politica di Pisapia, che, ricordiamolo,  bocciò il progetto Cerba e i suoi futuri 3000 posti di lavoro, per non mettere mano a un campo di patate degradato vicino allo IEO.
Caro Sindaco, più che andare a Londra, recati in Via Bernina (sede dell’edilizia privata) e guarda quante code, quante attese defatiganti , quante interpretazioni cavillose toccano a chi vuole investire a Milano.
Se per un cambio di destinazione o per l’approvazione di un progetto ci vogliono 2 anni è facile prevedere che i “profughi” della Brexit prenderanno altre strade e a noi rimarranno i migranti economici che continuiamo a far sbarcare in maniera irresponsabile.
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Fabrizio De Pasquale Consigliere Comunale di Forza Italia

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