Milano 9 Luglio – Sono cinque gli agenti colpiti a morte a Dallas dopo la marcia contro l’uccisione di afroamericani da parte della polizia, 12 feriti, 2 agenti e 2 civili. Questo il bilancio dell’agguato messo in atto, secondo il Nyt, da un unico killer, il 25enne Micah Xavier Johnson. “Voleva colpire i bianchi”, hanno fatto sapere gli investigatori. Il ministro della Giustizia americano, Loretta Lynch, sull’accaduto ha aperto la prima indagine federale per crimini d’odio.
Killer ucciso da robot bomba della polizia – Dopo la strage, Johnson si era barricato in un garage: dopo ore di negoziati senza esito, la polizia ha deciso di usare per la prima volta un robot killer, armato di bomba, che esplodendo l’ha ucciso.
Dinamica ancora non del tutto chiarita – I contorni dell’accaduto non sono ancora chiari. In base alle prime ricostruzioni a sparare sarebbero stati alcuni cecchini, almeno due, appostati su vari edifici di Dallas. Secondo il New York Times, il killer invece è uno solo: Micah X. Johnson, 25 anni, nero, incensurato, riservista dell’esercito che ha servito in Afghanistan e dove avrebbe ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui una medaglia per la lotta al terrorismo. Secondo indiscrezioni, Johnson simpatizzava per i Black Panther, il movimento militante nero contro la brutalità della polizia e il razzismo. Il 25enne abitava con la madre e la polizia è in queste ore impegnata a perquisire l’abitazione in cerca di indizi e spiegazioni.
Si sospetta il coinvolgimento anche di altre persone, tre i fermati – “Era turbato dalle recenti sparatorie” in Minnesota e Louisiana, afferma David Brown, il capo della polizia di Dallas. “Diceva di voler uccidere i bianchi, soprattutto gli agenti bianchi” aggiunge Brown, continuando comunque a parlare di più sospetti per l’esecuzione del massacro. Tre persone, tra cui una donna, sono infatti sotto custodia delle forze dell’ordine, che le interrogano per far luce su quella che sarà ricordata come la giornata più nera per la polizia americana dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
Testimoni: “Una piccola guerra” – Un attacco calcolato, una “piccola guerra” l’hanno descritta alcuni testimoni, andato in scena al termine di quella che doveva essere una pacifica marcia per manifestare contro le violenze della polizia sugli afroamericani.
Anche un testimone della strage, Ismael Dejesus, ha detto alla Cnn che “sembrava un’esecuzione: ho visto un uomo scendere da un suv in abbigliamento ‘tattico’, con un fucile Ar-15. Si è diretto verso un agente che era a terra e gli ha sparato forse tre-quattro volte alla schiena. E’ stato orribile”. Dejesus ha visto, e filmato parte della scena, dalla sua camera di albergo a Dallas. “Sembrava un attacco pianificato, l’uomo era preparato, sapeva dove stare, aveva molte munizioni”.
Polizia: nessuna bomba trovata nell’area degli attentati – La polizia di Dallas ha perlustrato per ore il centro della città con cani antiesplosivo alla ricerca di possibili bombe, senza però trovare nulla: un’operazione scattata in seguito alle parole di Johnson che durante la lunga trattativa con la polizia aveva detto di aver piazzato bombe in molte zone della città. (Tgcom24)
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