Milano 9 Luglio – Quando l’ideologia uccide il buon senso, si potrebbe dire. Quando una moda può diventare costume, si potrebbe ipotizzare. Il caso del bambino ricoverato a Milano in stato di malnutrizione perché alimentato con dieta vegana, deve far riflettere. Anche chi è preposto al cibo per le mense scolastiche, per non ripetere sperimentazioni già viste con la Giunta Pisapia. La notizia è di Liberoquotidiano “La dieta vegana come possibile causa di malnutrizione del bambino ricoverato a Milano. Il bambino, figlio di un indiano e una donna milanese, è arrivato al Fatebenefratelli portato dai nonni per un controllo. Ha un anno, ma pesa come un neonato di tre mesi.
Il livello del calcio nel sangue è “ai limiti della sopravvivenza”. Gli esami erano allarmanti, tanto che il Tribunale per i minorenni guidato da Ciro Cascone ha chiesto il ricovero d’ufficio. Secondo i medici, il suo regime alimentare vegano non era compatibile con l’infanzia. Un caso simile era successo a Genova, prima a Firenze e Belluno. Secondo Luca Bernardo, direttore pedriatria del Fatebenefratelli, “si impone una riflessione sui regimi alimentari non comuni, anche se in questo caso a complicare il quadro c’ è la malformazione cardiaca”. “Non è un problema la scelta di forme di nutrizione diverse o inusuali”, prosegue, “e noi certo non entriamo nel merito della decisione. Ma allora il bambino, dalla nascita, deve essere accompagnato con integrazioni, nella fattispecie di calcio e di ferro”.
Quando al padre e alla madre del bambino è stata comunicata la gravissima malnutrizione e i livelli di calcio “quasi incompatibili con la vita” del piccolo, hanno prima raccomandato di non alimentarlo assolutamente con latte e latticini, poi hanno fatto sapere che non avrebbero collaborato e infine hanno riportato il figlio a casa. Immediato dunque l’intervento della Procura. Si legge: “Il minore nato a maggio 2015 all’ ingresso nel nosocomio, il 1 luglio, si presentava (…) con un peso di 5240 grammi e una lunghezza di 67,5 centimetri (…) crescita ponderale inferiore al terzo percentile, grave ipotonia, ipotrofia generalizzata, ritardo psicomotorio e calcemia ai limiti della sopravvivenza”. Dopo il “rifiuto opposto dai genitori ad ulteriori accertamenti medici”.
In zona Baggio, un soprallugo ha trovato nella casa della famiglia “una certa quantità di preparati omeopatici e siringhe (…) etichettate con nome di alimenti (…): i genitori riferivano in seguito di attenersi rigorosamente ad una dieta vegana”. C’erano anche dieci gatti. Il bambino è stato dunque affidato ai servizi sociali del Comune.”
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