Milano 10 Luglio – Che Pisapia abbia lasciato di sé e del suo fare solo faraoniche piste ciclabili, è convinzione di molti. Che dette piste ciclabili siano spesso inutili o dannose per il traffico è constatabile facilmente. Ma che, nonostante la messa in scena plateale, fossero anche fatte con il solito pressapochismo che ha contraddistinto la scorsa Giunta era prevedibile, ma ancora non constatabile. Il fatto di cronaca è del Corriere “Ha ceduto come una sfoglia di burro in più punti subito dopo il passaggio di un camion della nettezza urbana. Sprofondata la pista ciclabile di via Francesco Ferrucci, tra corso Sempione e piazza VI Febbraio, all’altezza del numero civico 10. «Sotto è cava — raccontano i residenti —, perché è stata realizzata sopra il ponte che attraversa i binari delle Ferrovie Nord” Per dire che il buon senso avrebbe suggerito di non costruire o di stare attenti, di provvedere in modo adeguato. Evidentemente così non è stato e la pista ciclabile ha ceduto: quando si dice frenesia di rincorrere un’ideologia si potrebbe pensare anche alla voglia malsana e poco ponderata di Pisapia di lasciare di sé un ricordo, a dire poco, discutibile.
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