Milano 11 Luglio – Il mondiale di calcio 2010 fu tormentato dall’incessante suono di sottofondo sugli spalti della vuvuzela. Questa trombetta di plastica, simile all’antico italico menelicche, non riusciva a ricordare il suo nobile antenato, il corno di antilope sudafricano, ma in compenso distruggeva i timpani.
Un erculeo Antinelli, alto e giovane cronista Raisport, appena uscito dal precariato, ne esaltava le sonorità, che assieme ai bimbi neri straccioni ed a desolanti campi di terra brulla sporca, erano simbolo dell’antirazzismo del primo mondiale giocato in Africa, maxime nel Sudafrica mandeliano. D’altronde anche il presidente Fifa Blatter e l’eterno antagonista Platinì sostenevano le capacità taumaturgiche antirazziste della trombetta.
Nell’Italia ancora berlusconizzata a forza, l’Antinelli era il gigante portavoce dell’opposizione dell’allenatore azzurro Prandelli, quello del codice etico e del Balotelli in nazionale. I suoi occhi scrutavano, più che il campo, i tifosi a raggelarne ogni coro razzista. Dietro lo sguardo nutriva gli stessi sospetti moralisti del predecessore Donadoni sui giocatori italiani, campioni del mondo 2006 sul campo, ma processati in tribunale.
L’etica però non impedì il disastro azzurro nel mondiale africano dominato dai più razzisti di tutti, uruguagi, spagnoli e nipotini dei boeri.
6 anni dopo, nello sfottò dei tipi antiberlusconiani, l’Italia, ha un presidente calcistico accusato di razzismo, un allenatore ex juventino, trascinato a lungo in tribunale per tutta la fase preparatoria mentre Blatter e Platini sono stati bannati nell’infamia. Numberone alla Domenica Sportiva, Antinelli opacizza il razzismo con lo sport per gli invalidi e fa fatica a proporsi come portavoce dell’allenatore Conte, massacrato dalla satira come nuovo Moggi.
Trattato a malo modo dalla stessa Juve, da stampa, giudici, Rai, giocatori, campionato, il Conte, come un ragazzaccio pugliese Cassano, li ripaga con la stessa moneta ostentando le valigie in mezzo all’Europeo.
Non gli frega niente di nessuno, neanche del geygersound islandese, pompato inutilmente dalla Rai. E si presenta sempre in camicia nera. Camicia nera, abito nero e cravatta nera, come un fascista anarchico.
Come l’Italia, disillusa di se stessa, anche l’Antinelli alla fine cede, di fronte alle vittorie del chief commander mariuolo. Gli si adegua, in camicia nera, abito nero e cravatta nera.
Portavoce dei Cassano dell’antietica.
Studi tra Bologna, Firenze e Mosca. Già attore negli ’80, giornalista dal 1990, blogger dal 2005. Consulente UE dal 1997. Sindacalista della comunicazione, già membro della commissione sociale Ces e del tavolo Cultura Digitale dell’Agid. Creatore della newsletter Contratt@innovazione dal 2010. Direttore di varie testate cartacee e on line politiche e sindacali. Ha scritto Former Russians (in russo), Letture Nansen di San Pietroburgo 2008, Dal telelavoro al Lavoro mobile, Uil 2011, Digital RenzAkt, Leolibri 2016, Renzaurazione 2018, Smartati, Goware 2020,Covid e angoscia, Solfanelli 2021.