Apre il primo ristorante nudista con luci soffuse, candele

Cronaca

Milano 11 Luglio – «Innanzitutto tengo a dire che qui il sesso non c’entra per niente. Anzi, il primo che colgo in atteggiamento equivoco, allunga le mani o, peggio, lo becco a fare una foto con lo smartphone, lo accompagno all’uscita senza tanti complimenti. Questo ambiente è solo per naturisti». Il signor Romeo non è un cerbero, anzi ci scherza su. Ma trovarsi improvvisamente a gestire il primo ristorante in Italia per naturisti (il suo), da una parte lo rende orgoglioso ma, dall’altra, è anche portato a pensarne di tutti i colori. Perché non è possibile compiere passi falsi quando si ha un’idea che può far svoltare il destino non solo della tua attività ma pure della tua vita. E quella del signor Romeo è stata di trasformare il suo «L’Italo Americano», specializzato in hamburger, patatine fritte e piatti stile Vecchia Arizona nel primo ristorante italiano per nudisti, con tanto di nulla osta da parte dell’Associazione naturista italiana.

Guardoni, voyeur e curiosi malintenzionati sono dunque avvertiti. E al di là di questo, il progetto sembra buono: «Mi sono documentato su Internet, ho fatto un giro sui siti per naturisti e ho visto che in Italia non c’è ancora niente del genere — dice soddisfatto lo chef Romeo (che è il cognome; il nome è top secret) —. Questo nonostante si siano legalizzati a tutti gli effetti, almeno nella nostra regione, gli ambienti naturisti. Poi mi sono imbattuto, sempre sul web, in ciò che sta accadendo a Londra, dove qualcuno ha avuto l’idea, lo scorso aprile, di annunciare l’apertura del primo ristorante “senza veli”(quelli, appunto, mancanti, dei clienti) della City. Si tratta del The Bunyadi: aperto in giugno, ha già avuto oltre diecimila prenotazioni». Certo, qui non siamo a Londra ma a Cerro Maggiore, ma le prenotazioni, che vengono dirottate a Groupon, che prende nota e organizza le iscrizioni alla cena, sono già parecchie decine. D’altra parte, a favore dello chef Romeo, c’è anche la vicinanza con la grande città sempre in cerca di novità ed emozioni. A solo una ventina di chilometri ecco Brera, i Navigli e la zona di corso Como, colma fino a notte tarda di giovani. E poi bisogna valutare le potenzialità del triangolo Milano – Varese – Como. Perché, dunque, non tentare?

La giornata inaugurale è in programma per venerdì 15 luglio e funzionerà così: chi ha una prenotazione entra (vestito) nel ristorante di via San Clemente 151 (periferia del paese), si sistema dietro apposite tende e separé e si spoglia. Poi si accomoda e inizia a cenare, con il cellulare rigorosamente spento. «Non è il parlare al telefono il problema — dice lo chef — ma, lo sappiamo, a scattare una foto ci vuole un attimo, e questo non va per niente bene». Niente cucina italo-americana, comunque, ma un menu fisso «vario e di qualità». A differenza dell’inglese Bunyadi, tutti i clienti dovranno essere nudi e potranno avere con sé solo un asciugamani su cui sedersi (per comprensibili questioni igieniche) e un marsupio per gli effetti personali. «Per il momento — conclude Romeo — l’idea è di fare questo esperimento una volta alla settimana, ma siamo in grado di modulare la frequenza, a seconda del gradimento della clientela». L’arredamento del locale resta quello attuale, ispirato alla cucina italo-americana, con atmosfera che ricorda gli anni 50 e 60, ma niente luci sparate e neon: per i nudisti del nord-ovest Milano solo luci soffuse emesse da lampade a muro e candele ai tavoli. I costi variano: dai 100-120 euro a coppia ai 50-100 euro per i single. Sconti per gli iscritti all’Associazione Naturista italiana.

Francesca Sanfilippo (Corriere)

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