Milano 11 Luglio – Se a giugno ci avessero detto che a decidere Euro 2016 sarebbe stato Eder, ci saremmo lasciati andare a un gesto di esultanza. Il guaio, per l’Italia, è che l’uomo dell’Europeo è l’Eder “sbagliato”: Ederzito Antonio Macedo Lopes. È lui, nel secondo supplementare, a regalare al Portogallo il primo grande torneo internazionale di una storia che fin qui, era stata il manuale dei perdenti di successo. Una punta vera, che serve più di tanti palleggiatori alla scuola portoghese. Bum, una cannonata da lontano e via, verso la gloria. Ironia della sorte, il ragazzone nativo della Guinea-Bissau gioca in Francia, a Lilla. Che botta per i parigini, per Deschamps, per la nazione ospitante che già pregustava il titolo, dopo il trionfo sulla Germania. Invece niente: 1-0 per i lusitani e tanti saluti alla malinconia del “fado”.
CR7 ROTTO — È anche l’Europeo di Payet, nel bene e nel male. Salvatore della patria nella gara inaugurale, positivo fino ai quarti, evanescente in semifinale e giustiziere di Cristiano Ronaldo in finale. Sì, perché al 25′ CR7 abbandona la partita, dopo un calvario lungo un quarto d’ora abbondante: la botta alla gamba sinistra la prende al 9′, si accascia al 17′ e poi, zoppicante in contropiede, si arrende e chiede il cambio. Il pubblico di Saint Denis, che d’istinto aveva rumoreggiato pensando a una sceneggiata, capisce che il dolore del fuoriclasse è reale, dannatamente reale. E applaude il campione infortunato che esce in barella. Chapeau per la sportività. Non è lo stadio dei Ronaldo: nel ’98 qui la stessa sorte toccò al Fenomeno.
CHE SISSOKO — Senza Cristiano, le scelte tattiche iniziali perdono un po’ del loro senso: il 4-2-3-1 di Deschamps ha gli stessi uomini di Marsiglia ed è solo più aggressivo, mentre Santos (che ritrova Pepe e William Carvalho) piazza il suo colosso davanti alla difesa e spera così di limitare Griezmann. Mossa riuscita solo in parte, perché l’idolo di casa trova il modo di liberarsi in più occasioni. L’ingresso di Quaresma al posto di Ronaldo ha l’effetto dell’anestesia in sala operatoria: da lì all’intervallo i ritmi scendono di molto, con un solo uomo che si ribella e accelera. Moussa Sissoko. Impressionanti le progressioni del centrocampista del Newcastle, che va in verticale tre volte ed è l’unico, dopo un bel colpo di testa iniziale di Griezmann, a chiamare Rui Patricio all’intervento prima del riposo.
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