Milano 14 Luglio – David Cameron lascia oggi Downing Street. La Brexit, sua unica, grande sconfitta, gli è costata il posto e la forca sui giornali internazionali. Tuttavia, Cameron lascia un Paese che cresce più di tutti in Europa, con un regime fiscale attrattivo, una giustizia funzionante, un elevato livello di liberalizzazione in tutti i settori economici, le migliori università d’Europa e la più ampia libertà di scelta educativa. È stato il leader di una destra civile, liberale, atlantica che qui non vedremo mai. Dell’ultimo conservatorismo “educato” che abbiamo visto in Occidente e che non rivedremo per un bel pezzo. Gli hanno rimproverato di essere troppo d’establishment. Troppo Eton, troppo Oxford, troppi soldi, troppo “born to rule” per questa opinione pubblica ipocrita e miope che schifa le élite e fustiga le diseguaglianze, cioè i due pilastri della democrazia liberale. Ha vinto due elezioni, la seconda con un recupero eccezionale e inaspettato. Ha commesso un errore: mettersi nelle mani del popolo con un referendum per mantenere la parola data. Ma può questo dirsi un errore per un politico? Probabilmente sì, ma almeno ha avuto le palle per farlo e ci si è giocato la carriera. La storia ricorderà la Brexit, ma noi non dimenticheremo il politico, il leader, l’uomo David Cameron.
Post di Lorenzo Castellani
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