Milano 14 Luglio – Il Consiglio di Stato blocca ufficialmente i lavori per la bonifica di uno dei due lotti già avviati alla Goccia, nel quartiere Bovisa. In risposta al ricorso presentato dal comitato che si oppone al taglio del bosco e ai progetti di edificazione in quell’area, il tribunale ha deciso per la sospensiva rinviando la sentenza a ottobre. Una vittoria per i ricorrenti che chiedono adesso un ripensamento di tutte le procedure e dei progetti: “Adesso chiediamo un piano urbanistico generale e un piano di bonifica che siano sottoposti a un adeguato confronto politico e alla condivisione, sia con i cittadini che a livello di area metropolitana” dice Giuseppe Boatti, urbanista che ha sostenuto il Comitato in questa battaglia.
Il motivo del contendere riguarda la mancata analisi di rischio che non è stata fatta dal Comune prima di procedere con la bonifica. “Duole osservare che tutti gli argomenti esposti nel ricorso al Consiglio di Stato erano stati preliminarmente, lungamente e ripetutamente esposti dal Comitato ai responsabili politici e tecnici del procedimento ovvero gli ex assessori Ada Lucia De Cesaris e Alessandro Balducci – aggiungono dal Comitato – senza ottenere nessun riscontro positivo. Duole inoltre osservare che per fermare un procedimento di cosiddetta bonifica palesemente in contrasto con le procedure di legge e con i criteri di logicità, economicità e tutela ambientale che dovrebbero guidare la pubblica amministrazione, si sia dovuto ricorrere alla suprema giustizia amministrativa”.
I lavori erano già stati bloccati dall’ex assessore all’urbanistica Balducci, il quale in seguito a un pronunciamento del ministero dell’Ambiente sul tema del ricorso che dava ragione al comitato aveva fermato le ruspe in via cautelativa. Oggi l’assessore Pierfrancesco Maran, subentrato alla guida del settore urbanistica, dice: “Effettueremo ora l’analisi di rischio che, siamo convinti, dimostrerà il buon operato dell’amministrazione. Siamo certi che il Comune abbia agito in maniera corretta per decontaminare e risanare un importante pezzo di città e restituirlo alla fruizione dei cittadini, lasciato per più di 20 anni in stato di incuria e abbandono. Ricordiamo che le ripetute analisi effettuate nel corso del procedimento di bonifica hanno rilevato la presenza di metalli pesanti, arsenico, cianuro e idrocarburi. Siamo fiduciosi che potremo andare avanti per recuperare il tempo perduto”.
Di fatto però, questo pronunciamento del Consiglio di Stato rappresenta uno stop concreto ai progetti di riqualificazione ed edificazione sull’area. Progetti per i quali Politecnico (che possiede diritti edificatori sull’area) e Palazzo Marino avevano già avviato la ricerca di idee. Adesso, tutto probabilmente dovrà passare anche dalla riapertura del dialogo con i comitati.
Luca de Vito (Repubblica)
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