Milano, ricercati due giovani jihadisti cresciuti in Lombardia

Cronaca

Milano 15 Luglio – Due ragazzi, due marocchini, cresciuti in Lombardia, stregati dalla Jihad. Si potrebbe dire due giovani della porta accanto fino all’anno scorso. Il fatto di cronaca giudiziaria dovrebbe far riflettere chi “accoglie” indiscriminatamente, chi non sviluppa strategie di controllo a priori, chi usa il buonismo sempre e comunque. La motizia è dell’Espresso: “Un nuovo ordine d’arresto rilancia l’allarme sul reclutamento via Internet di giovani jihadisti pronti a passare al terrorismo. I magistrati di Milano hanno spiccato un mandato di cattura internazionale contro due ventunenni italo-marocchini, cresciuti in Lombardia, che nel gennaio 2015 hanno raggiunto la Siria e sono diventati combattenti di Daesh (l’acronimo del cosiddetto Stato islamico). A rivelarlo è “l’Espresso”, che nel numero in edicola da oggi,  venerdì 15 luglio, e già online su Espresso+ pubblica anche una foto di guerra, con il mitra in pugno, messa in rete dagli stessi ragazzi, ora ricercati per terrorismo internazionale.

I poliziotti della Digos di Milano, scrive il settimanale, hanno intercettato le minacce di uno dei due indagati, Monsef El Mkhayar, di «tornare in Italia per farsi esplodere» sull’esempio dei terroristi di Parigi e Bruxelles. Il ventunenne sta continuando la sua attività di reclutamento su Internet anche in questi giorni, quando ormai sa di essere ricercato. Mentre l’altro jihadista, probabilmente, è morto da «martire» in Siria i primi di aprile.

In questi mesi, aggiunge l’Espresso, i due giovani hanno contattato via Internet, dalla Siria, diversi giovani musulmani che vivono da anni in Italia, nel tentativo di convincere anche loro a unirsi all’esercito nero del Califfato. La stessa inchiesta giudiziaria dimostra però che i loro coetanei si sono rifiutati di seguirli. Anzi, hanno litigato con i due jihadisti, accusandoli di essere «solo dei matti».

L’indagine ha documentato, in particolare, «minacce di morte» indirizzate a un loro ex amico che si è rifiutato di partire per la Siria e ora è protetto dalla procura antiterrorismo. Mentre una ragazza italo-marocchina, nel maggio scorso, ha avuto il coraggio di attaccare Monsef con rabbia: «Sei solo un c…. Lì ti hanno fatto il lavaggio del  cervello. Dici che devi morire? Ma questo non è Islam! Che Allah maledica i tuoi genitori!».

L’articolo integrale su l’Espresso in edicola da oggi 15 luglio

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