Milano 17 Luglio – Il tempismo di questa giunta oscilla tra l’osceno ed il beffardo. Riporta l’edizione di ieri de Il Giorno che Venerdì è ripreso l’iter per individuare le aree su cui costruirla. O costruirle. O costruirci templi Buddhisti, per quanto ne sappiamo. La normativa prevede di chiedere ai privati di mettere a disposizione, in questo bando, dei terreni da trasformare in luoghi atti alla costruzione di edifici di culto. In maniera da poter pianificare, a priori e dall’alto, la gestione dei luoghi di culto. Dopotutto, pensandoci, se il problema erano i luoghi di culto sorti senza controllo nei luoghi più improbabili, questa potrebbe essere una soluzione. Di certo ci sono un paio di problemi: 1. l’iter sarà interminabile e vedrà una quantità di imprevisti notevoli e 2. le comunità Islamiche si sentono a questo punto prese in giro, e non a torto. Chiariamo subito il secondo problema: qualcuno ha, in effetti, giocato con la buona fede di tanti credenti che sono stati violentemente illusi da Pisapia e De Cesaris. La promessa di avere un luogo di culto per tutti era assurda prima e lo è tutt’ora. Milano non può avere UNA moschea più di quanto non possa avere UNA chiesa. L’Islam non è un monolite. E quand’anche lo fosse, i gruppi etnici, con le loro tradizioni ed i loro costumi tenderanno sempre ad aggregarsi. Inoltre il mondo Sunnita, che conta il 90% dei credenti Islamici non è affatto un monolite. Per cui i fedeli non possono accontentarsi di una sola moschea. Prova ne sia che a Roma, con la più grande d’Europa, ce ne sono comunque un discreto numero di indipendenti attorno. Ma non è tutto. Le comunità a Milano non vanno affatto d’amore e d’accordo tra loro. Quindi, in definitiva, ce ne vuole una per comunità. E quante sono? Non si sa, se ne conoscono solo le maggiori, ma una volta che date loro la possibilità di emergere potrebbero essere molte di più di quelle che vediamo oggi. Nessuno ha coerentemente detto, a sinistra, la verità a queste persone: ovvero che difficilmente in cinque anni ce l’avrebbero fatta ed ancor più difficilmente dopo il loro sogno sarebbe diventato realtà. Il risultato sono le numerose proteste per denaro sprecato e tempo perso. Questo, lungi dal portare pace sociale, sta esacerbando le tensioni. Inoltre, magari, lasciare asciugare il sangue sulla Promenade des Anglais a Nizza sarebbe stato un gesto di riconciliazione. Invece no. Con il tatto e la delicatezza tipica dei grigi burocrati un ventilato Venerdì di Luglio il bando è stato pubblicato.
L’utilità di questo bando mi lascia, peraltro, abbastanza perplesso. Non è una critica all’amministrazione comunale, sono certo sia previsto da quella Regionale. Che dipende dai principi del diritto, in questo caso quello di non discriminazione. Per cui uno, AL BUIO, deve dichiarare la disponibilità di costruire un immobile a fini di culto. Ora, va bene tutto, ma a me pare strano che qualcuno voglia costruire indifferentemente una chiesa, una moschea, una sinagoga, un tempio dei bambini di Satana o un circolo druidico. A naso, se decido di chiedere questo cambio di destinazione un’idea, almeno vaga, di cosa voglia vedere sorgere là ce la devo avere. Ma non sapendo se potrò mai farlo, è piuttosto improbabile che muoia dalla voglia di partecipare. Sembra pensarla allo stesso modo il Comune che ha pubblicato questo bando in un periodo morto, sembrando disperare che ai privati interesserà qualcosa. A questo punto tutta la partita si giocherà sulle aree pubbliche.
Un motivo in più per tardare di una settimana la data, mostrando quel minimo di tatto nei confronti delle vittime di Nizza.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,