Milano 21 Luglio – Ubriaco alle 8.30 di lunedì mattina. Con un tasso alcolemico vicino al valore 2, cioè quattro volte superiore rispetto al limite consentito di 0,5 grammi su litro. E altre bottiglie di alcolici in macchina. Eppure S.M.H., ecuadoregno di 36 anni, ha pensato bene di mettersi al volante di una Nitro, Suv della Dodge, insieme ad altri quattro amici, due uomini e due donne (tutti suoi connazionali tranne un cittadino di nazionalità cubana). Siamo in viale Monza, direzione piazzale Loreto. All’incrocio con via Popoli Uniti il semaforo è rosso, ma il sudamericano tira dritto senza fermarsi e investe lo scooter guidato da un italiano di 47 anni, il primo della fila di veicoli in coda all’altro semaforo (verde).
Nell’impatto, il centauro rovina sull’asfalto per fortuna senza gravi conseguenze (portato in codice verde al Fatebenefratelli con qualche escoriazione), mentre il motorino resta incastrato sotto la macchina. S.M. e gli altri non fanno una piega: scendono dall’auto, disincagliano lo scooter, risalgono sul Nitro e scappano a tutta velocità; prima di ripartire, però, trovano il tempo di scaraventare a terra lo smartphone di una passante che stava riprendendo tutta la scena. In questa storia, in realtà, ce n’è un altro di cittadino che non si è voltato dall’altra parte: si tratta di un motociclista lì di passaggio, che inizia a seguire l’auto pirata e nel frattempo comunica via telefono alla centrale della polizia locale gli spostamenti in tempo reale. Un aiuto che si rivelerà preziosissimo, visto che il Suv verrà bloccato poco dopo in viale Romagna da due vigili motociclisti e da un’altra pattuglia in appoggio. S.M. non ha nessuna voglia di seguire i ghisa, così aggredisce gli agenti per cercare di fuggire; serviranno altre quattro pattuglie per riportare la calma.
Finale: conducente (con precedenti come i suoi sodali) arrestato per guida in stato di ebbrezza, resistenza a pubblico ufficiale e omissione di soccorso; reato, quest’ultimo, contestato pure agli altri passeggeri del veicolo. Tra loro, viene fuori dalle verifiche negli archivi di polizia, c’è pure un’ecuadoregna classe ’84 che già nel 2012 si era fatta conoscere dagli agenti della locale: ignorato un alt a un controllo in strada, era stata fermata dopo un breve inseguimento. Tutto finito? No, perché aveva dato false generalità (quelle della sorella) ai vigili e al giudice, guadagnandosi qualche giorno in cella per sostituzione di persona. Quattro anni dopo, rieccola in scena. E pure stavolta gli agenti del Radiomobile sono riusciti a prendere lei e il pirata della strada in pochi minuti. Anche grazie, ci tengono a sottolineare, all’ausilio determinante di due cittadini comuni: “Un esempio da seguire”.(Il Giorno)
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