Milano 25 Luglio – Siamo tutti in lutto per le vittime innocenti di Monaco e prendiamo atto che l’Isis, come hanno detto gli inquirenti tedeschi, in questo caso non c’entri nulla. Ma di questo fatto non siamo sollevati, né tantomeno contenti, come invece si sono mostrati i media e i commentatori italiani, per lo più ispirati da quella sorta di “pensiero unico” che è diventato il progressismo buonista e multiculturalista (la guerra islamica contro di noi, Monaco o non Monaco, continua, come subito ha dimostrato l’attentato di Kabul).
Poco si riflette, a mio avviso, su uno dei portati principali di questo predominio, oltre a quello etico di chiaro stampo illiberale su cui tante volte abbiamo insistito su queste pagine (sul fatto cioè che è un pensiero escludente e demonizzante di chi ha idee e argomenti diversi rispetto a quelli della vulgata trionfante). Ciò che non viene messo in conto è che esso segna anche il declino culturale dell’Occidente, il predominio sempre più diffuso di quello che potremmo chiamare il “pensiero pigro”, cioè di un pensiero che, senza troppo riflettere, mette in campo automatismi di pensiero, frasi fatte, convinzioni non passate al vaglio della ragione critica. Un pensiero debole che non fa i conti con la “fatica del concetto”, ma ha una risposta già pronta e rassicurante per tutto. Un pensiero lenitivo che ha perso il senso tragico della vita, e quindi anche del fondamento precario e “infondato” delle nostre stesse libertà. Pensate solo, a mo’ di esempio, al senso tragico che del cristianesimo aveva un Ratzinger e paragonatelo col cristianesimo ridotto a slogan da “baci Perugina” del suo successore. Oppure, pensate a quanta differenza corre fra il discorso di Ratzinger a Ratisbona e quello tutto “volemmose bene” rivolto agli islamici da Obama al Cairo (Obama: forse il più fallimentare presidente, non a caso archetipo dell’ideologia liberal, che abbia mai avuto l’America). Un pensiero che ispira gli editori, i titoli dei giornali, la stessa accademia ove si vende sempre più tanta fuffa e sempre meno pensiero critico. Come ha ironicamente osservato Marco Bassani in un post su Facebook, oggi il mestiere più frustrante è quello del terrorista islamico: nessuno qui in Occidente lo prende sul serio, per quello che vuole essere. È tutto ma non il consapevole portatore di un’ideologia di morte che è di fatto il nuovo totalitarismo. Egli è vittima della paranoia (Recalcati), della depressione, della colonizzazione e dell’imperialismo occidentali, della vita disperata nelle nostre periferie, delle diseguaglianze sociali e del neoliberismo, e via di questo passo. Tutto è fuorché un conseguente soldato della jihad islamica.
Che sollievo per i corifei del “pensiero pigro” poter titolare, come ha fatto ieri il maggiore quotidiano nazionale, un tempo non lontano organo di una borghesia orgogliosa e colta, che a Monaco si trattava di un folle o di un neonazista! Si leggeva soddisfazione fra le righe. Peccato solo che non si potesse questa volta addebitare la strage alle troppo armi in circolazione, che è la tesi che il “pensiero pigro” ha sempre pronta ogni volta che una strage accade oltreoceano.
Corrado Ocone (L’Intraprendente)
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