Milano 26 Luglio – I fatti sono scarni e fino ad un certo punto persino poco rilevanti. Un kamikaze si è fatto detonare troppo presto a Ansbach, respinto all’entrata di un festival musicale. Dodici feriti e solo il fesso è morto. Il vero dramma lo si vive sulle colonne dei giornali. È il terzo depresso, o presunto tale, o aspirante tale, che ammazza in 48 ore. Il primo è il bullizzato che da un anno pianificava una strage che nessuno, né i suoi terapisti, né le forze dell’ordine, né la famiglia avevano nemmeno vagamente subodorato. L’unico cretino ad averne avuto sentore è finito in galera. L’attentatore era Iraniano, l’amico sedicenne Afghano. Ovviamente è tutta colpa dei cattivi Tedeschi, bianchi e Cristiani, che lo hanno vittimizzato a scuola. Ah, per la cronaca, si sentiva perfettamente integrato. Che non lo fosse è evidente, alto e lampante, come un monte che esce dalla coltre della notte. Ma per fortuna abbiamo un intero Ordine, quello dei giornalisti, incaricato di impedire che cose così banali offuschino una bella storia. No no, il ragazzo, a prescindere dalle sue radici, dal suo immaginario e dalla sua cultura, è un suprematista ariano. Ha moltissimo in comune con Breivik (per inciso, quello che ammazzò decine di giovani di sinistra per impedire a giovani come l’attentatore di Monaco di entrare in Europa. Ironia, ironia tragica. Ma pur sempre ironia.). Poi era depresso. Un altro giovane, stavolta aspirante profugo ammazza a colpi di machete una donna. Incinta. Anche lui era depresso. Il fatto che fosse anche lui Islamico è ovviamente una mera casualità. E si deve escludere anche qualunque legame concettuale con la violenza Islamista di qualsiasi genere. Per carità. Non vorremmo mai essere additati come razzisti, vero? Sono solo coincidenze.
Però. Però io vorrei ritornare a qualche giorno fa. Lucia Annunziata si chiedeva come mai dall’Italia il terrorismo passasse, ma qui non colpisse. Vorrei proporre due ipotesi. Noi abbiamo, sole, mare, aria pulita e migliore aria, quindi molti, molti meno depressi. Oppure, ma so che è una tesi molto meno convincente della precedente, il terrorismo simula perfettamente i flussi migratori. Ovvero, da noi passano, in Francia, Germania, paesi Nordici e via di accoglioni in accoglioni, si stabiliscono. Quindi, quando i flussi violenza richiamano alle armi questi giorni, da qui fanno passare armi, documenti ed aiuti. Tanto i nostri giudici sono impegnati a scoprire dove lavora il biscugino della moglie di Alfano, per cui di qua può anche passare l’intero arsenale di Putin senza che nessuno se ne accorga. Poi però i lupi solitari non colpiscono, o comunque sono molti meno. Meno tende a zero. E tutto questo nonostante per la sinistra siamo una nazione retrograda e razzista che dovrebbe generare mostri. Pare, invece, che i mostri li generino nazioni accoglienti, col reddito di cittadinanza e che mai andarono in guerra in medioriente, tipo la Germania. I casi della vita, eh?
Comunque ci sono cose che ci dovrebbero consolare. Per esempio, come ha saggiamente fatto notare una mia amica su Facebook, oggi il depresso delle 9,20 è in ritardo. Speriamo che, come nella migliore tradizione di Trenitalia, venga soppresso prima di arrivarci vicino.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,