Il Duomo di Milano è tanto sicuro che i turisti ci dormono dentro

Milano

Milano 28 Luglio – In tempi di allarme terrorismo, Mattarella ci chiede di non entrare in una logica di ansia. Ha ragione. Non dobbiamo cambiare i nostri comportamenti, né perdere la fede. Come credenti siamo tenuti a sentirci protetti nelle chiese. Così sereni da poter dormire. In effetti è successo esattamente questo ad un turista Americano dimenticato dalla sorveglianza all’interno del Duomo di Milano. Scrive Il Giorno:

Una notte sotto le stelle. Tra le guglie del Duomo. La storia che stiamo per raccontare potrebbe pure avere qualcosa di romantico (anzi ce l’ha eccome per chi l’ha vissuta), se non fosse che mette in luce un enorme buco nella sorveglianza interna del monumento più conosciuto di Milano. Per di più nel giorno in cui l’area attorno alla Stazione Centrale è rimasta paralizzata per un’ora e mezza a causa di un allarme bomba poi rivelatosi per fortuna infondato. Ecco la vicenda, secondo la ricostruzione che il protagonista ha fornito alla polizia.

Lui è un turista americano di 23 anni. Segni particolari: appassionatissimo di arte. È venuto dagli States per girare il Belpaese in treno e scoprirne (e fotografarne) tutte le bellezze. Lunedì tocca al Duomo. Il ragazzo entra e inizia a curiosare in lungo e in largo. Poco prima dell’orario di chiusura, va in bagno. Evidentemente ci passa qualche minuto, perché quando esce si ritrova da solo. Sì, avete capito bene: è chiuso dentro. A quel punto, non sa che fare. Dal suo telefono, verificheranno poi gli agenti, parte solo una telefonata in patria al padre, al quale però non fa cenno della situazione paradossale che sta vivendo: “Come stai? Tutto bene. Buonanotte”. Stop. Poi, sempre stando alla sua versione, scavalca un cancelletto di quelli montati tra i “sentieri” che conducono in cima alla Cattedrale e passa la notte lì, rannicchiato in un angolo.

Per fortuna il ragazzo non soffriva di depressione. Altrimenti avrebbe, chessò, potuto portarsi un fucile da cecchino. Un pacco bomba. Un lungo coltello con cui esaltare nel martirio qualche sacerdote. Leggevo stamattina che Papa Francesco non voleva militarizzare l’esterno delle chiese. Forse, in effetti, l’esterno è l’ultimo dei problemi. L’interno mi pare assai più a rischio.

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