Milano 30 Luglio – Anna Marchesini se n’è andata a 63 anni, e con lei se ne va l’anima femminile del Trio, insieme alla speranza di rivederli, prima o poi, insieme sul palco o davanti a una telecamera. Spiegare cosa abbia rappresentato il Trio per la comicità italiana è quasi impossibile, per chi non abbia vissuto quell’epoca. Il Trio ha scorrazzato per dodici fantastici anni sulla tv italiana, dal 1983 al 1994, e nei teatri, raggiungendo successi ormai ineguagliabili, fino ai 17 milioni di spettatori della parodia dei “Promessi Sposi”. Del Trio, Tullio Solenghi era l’interprete preciso e sicuro, Massimo Lopez l’estroso con una vena di follia, mentre Anna Marchesini viaggiava leggera tra questi due estremi – da un lato puntigliosa scrittrice di testi irresistibili, dall’altra capace di intuizioni bizzarre e surreali. D’altronde basta ripensare ai suoi personaggi di maggiore successo per avere un’idea di come riuscisse a coniugare follia e inventiva: la sessuologa Merope Generosa, sublime parodia dei tanti esperti di sesso che affollavano e affollano la tv, la quale, dietro una patina di apparente serietà scientifica, si lasciava prendere la mano dai torridi argomenti che trattava, spesso trascendendo nel racconto delle proprie esperienze e soprattutto nel linguaggio. Oppure la signorina Carlo che, forte dell’irresistibile tormentone “Siccome che sono ccecata” si lasciava andare a racconti iperbolici di fantozziani disastri. E poi l’attrice cagna Giulietta, la Sora Flora eterna impicciona, la cameriera secca dei Signori Montagnè. Anna Marchesini era una vera mattatrice, capace di tenere il palco da sola, e trascinare il pubblico in irrefrenabili risate.
Aveva cominciato come doppiatrice di cartoni animati giapponesi, ed era proprio negli studi di doppiaggio che aveva incontrato Massimo Lopez (“A volte dovevamo interromperci perché non ce la facevamo più dal ridere”), a sua volta contattato da Tullio Solenghi per la trasmissione radiofonica Helzapoppin, 13 puntate che divennero 52. Poi la tv con “Tastomatto”, “Fantastico”, tre Festival di Sanremo, “Domenica in”, fino all’apoteosi della parodia dei “Promessi Sposi”. Anna Marchesini era portatrice sana di un umorismo surreale, ai confini della satira talvolta, sempre puntuto, mai banale, mai volgare, “buttavamo via l’80% di quello che scrivevamo, mettevamo in scena solo quello che aveva l’approvazione di tutti e tre”.
Dopo lo scioglimento del Trio per l’ambizioni solistiche di Lopez, Anna fece coppia con Solenghi a teatro, poi scoprì la vocazione letteraria con alcuni libri molto apprezzati, soprattutto “Il terrazzino dei gerani timidi”. Sposata nel 1991 con l’attore Paki Valente da cui l’anno seguente ebbe una figlia, Virginia, il suo matrimonio ebbe fine nel 1999 con uno spiacevole strascico di richieste economiche e ripicche (e infatti l’attore, al momento all’estero, ieri si è lamentato di essere stato avvisato da amici e non dai familiari, nemmeno dalla figlia). Purtroppo la salute di Anna Marchesini dal 2006 venne minata da una forma aggressiva di artrite reumatoide che le fiaccò il fisico ma non lo spirito: pur limitata dal male, ebbe lo spirito e il coraggio di tornare sulle scene teatrali, l’ultima apparizione ancora pochi mesi fa. I sue due ex compagni del Trio si commossero e la incoraggiarono. Ora ha lasciato disposizione che, se possibile, le sue ceneri vengano custodite in un cofanetto all’accademia di arte drammatica Silvio D’Amico di Roma, dove imparò il mestiere e dove era insegnate. Le ultime volontà sono scritte con la consueta ironia beffarda: “E se poi traslocano? E se durante il trasloco il cofanetto si rompe?”.
Oggi la notizia è stata data dal fratello Gianni: “Proviamo un dolore immenso, anche se sapevamo che quella malattia, e le medicine che si prendono, ti prosciugano: ma Anna ha dimostrato fino all’ultimo una incredibile capacità di lottare. Mi domando come abbia fatto a resistere per così tanto tempo, con un corpo minuto come il suo”. I suoi compagni di sempre l’hanno ricordata con affetto. Tullio Solenghi ha detto: “Sono sicuro, il suo disincanto non la abbandonava mai e ora se ci vedesse direbbe: ‘cosa sono quelle facce, sembra sia morto qualcuno”, mentreMassimo Lopez ha osservato: “Anna era un pilastro della comicità, la donna che più mi ha fatto ridere nella vita. E nel ‘dopo Trio’ abbiamo continuato a frequentarci e a ridere. Anna ha ironizzato anche sulla sua stessa patologia, esorcizzandola e dando a noi tutti un grande esempio”.
Fa effetto guardare su Youtube un loro sketch meno noto ma meraviglioso, in cui con un incantevole humour nero rappresentano e irridono tutti i luoghi comuni di un funerale. Nonostante l’argomento macabro, si ride, e si ride parecchio come, siamo sicuri, anche lei lassù starà ridendo.
Piero degli Antoni (Quotidiano, net)
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