Piano di dismissioni, il Policlinico vende terreni rurali per oltre 30 milioni

Milano

Milano 31 Luglio – Altri pezzi in vendita del tesoro di proprietà del Policlinico, frutto di secoli di donazioni. In gioco c’è 1 miliardo di euro di palazzi, terreni agricoli, cascine e case coloniche. Gli immobili di pregio sono stati messi sul mercato oltre un anno fa, ora tocca ai terreni. Ieri la decisione di vendere tutte le aree rurali edificabili, ossia 731.526 metri quadrati di terreni fabbricabili. Il loro valore è stimato in 30 milioni e 652 mila euro. La scelta è della fondazione Sviluppo Ca’ Granda, la scatola privata partecipata al 100% dall’ospedale, dove tra mille polemiche il 25 settembre 2014 è confluito il patrimonio rurale. I terreni che vanno all’asta sono l’1% del totale. Complessivamente il Policlinico è proprietario di 85 milioni di metri quadrati che valgono oltre 600 milioni di euro. «Spesso si tratta di aree che sono all’interno del centro urbano — si giustifica il manager Achille Lanzarini, ideatore dell’operazione —. La loro funzione agricola, di difesa del suolo e del verde, pertanto è finita. Il degrado delle aree è molto elevato, con rischi sia per la sicurezza (incendi per un mozzicone lanciato nella sterpaglia, come è già capitato) o per l’igiene (utilizzo come discarica e rifugio per topi). Quindi la vendita di questi terreni non va discapito del consumo di suolo, ma anzi contribuisce a un netto miglioramento della qualità urbanistica e in generale della vita dell’abitato. La costruzione di nuovi edifici è sempre connessa a oneri urbanistici per la realizzazione di nuovi servizi pubblici come strade, piste ciclabili, parchi e scuole». Sul mercato per 455 mila euro anche Cascina Impellecchio, un antico complesso rurale situato su una collina di Sesto Calende; e per 2 milioni e 79 mila euro Villa Quaglino, un edificio dei primi del Novecento di interesse storico e artistico nel centro storico di Tremezzo davanti al lago. «I soldi saranno reinvestiti nell’ospedale — assicura Lanzarini —. Lo scopo della Fondazione è promuovere il progresso della ricerca scientifica del Policlinico, in campo sanitario e biomedico, con le risorse finanziarie ottenute dalla valorizzazione del patrimonio agricolo».

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Simona Ravizza (Corriere)

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