Milano 1 Agosto – L’intenzione è stata strombazzata come un fatto epocale. E a ben vedere il valore simbolico è significativo. La partecipazione dei Musulmani alla Messa cattolica ha il profumo della conciliazione e dell’abbraccio, soprattutto dopo gli ultimi atti di sangue perpetrati dal terrorismo. Ma ancora molti, troppi i distinguo degli Imam e davvero pochi gli aderenti all’iniziativa. Un primo passo? Un tentativo di pacificazione? Scrive Domenico Ferrara su Il Giornale “Partiamo dai numeri, ancora incerti, ma che comunque forniscono già una prima chiave interpretativa. “Abbiamo superato le 23mila adesioni all’appello a recarsi oggi in chiesa”, ha sottolineato Foad Aodi, presidente delle Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai). “Non ce la faranno gli assassini della libertà, della democrazia e della religione a dividere i musulmani dai cristiani, dagli ebrei e dai laici, l’unica risposta deve essere unanime: tutti uniti contro il terrorismo”. Ecco, tutti uniti.
In Italia ci sono circa un milione e mezzo di musulmani regolari. 23mila su un milione e mezzo è poco più dell’1%. Per carità, nessuno pretendeva che tutti i musulmani andassero in chiesa e raccogliessero l’appello degli imam, però i numeri restano numeri.
Per quanto riguarda le ambiguità, ne ha parlato lo stesso Aodi rivolgendosi alla Grande Moschea di Roma: “Vogliamo sapere qual è la sua posizione ufficiale rispetto all’adesione a questa giornata, visto che ho letto due dichiarazioni una in contrasto con l’altra. È un fatto gravissimo che dalla moschea più grande d’Europa arrivino messaggi ambigui e poco chiari. E vorremmo capire anche qual è la posizione della comunità musulmana di Torino”. Quesiti rimasti senza risposta. L’unica cosa certa è che se ieri il Centro islamico culturale d’Italia, che guida la Grande moschea di Roma, ha condannato l’attacco terroristico contro la chiesa di Rouen in Francia e il segretario generale Abdellah Redouane ha dichiarato che “in tali circostanze di orrenda violenza, ormai quasi quotidiane, le parole sembrano inutili ma il silenzio è peggiore”, oggi invece il portavoce della Grande Moschea di Roma si è detto in disaccordo con l’iniziativa, temendone “il tono spettacolare”. L’ambiguità rimane insieme al sospetto, alla paura per quella mancanza di chiarezza verbale e comportamentale che contraddistingue il cosiddetto islamismo moderato.
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