Milano 2 Agosto – Ventiseimila sieropositivi accertati in Lombardia di cui la metà nella sola Milano. E, ogni anno, si registrano 900 casi acclarati. Solo nei primi tre mesi del 2016 si sono infettate 125 persone. Numeri che creano allarme e devono far riflettere. Per questo la Regione Lombardia è scesa in campo contro la diffusione dell’Hiv e delle malattie sessuali. Infatti nella seduta di mercoledì del Consiglio regionale, durante il dibattito sull’assestamento di bilancio, è stato approvato all’unanimità un emendamento presentato dal vicepresidente del Consiglio, Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), che stanzia 30mila euro nel secondo semestre 2016 per campagne di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, in particolare l’Hiv e l’Aids. L’assessore all’Economia Massimo Garavaglia è andato oltre: ha assicurato che lo stanziamento per gli anni successivi sarà di 60 mila euro l’anno.
Cecchetti già nei mesi scorsi si era dimostrato sensibile su questa problematica quando, in occasione della giornata mondiale contro l’Aids del primo dicembre, aveva promosso l’illuminazione della facciata del Pirellone con la scritta «Stop Aids» e distribuito preservativi con il logo di Regione Lombardia fuori dalle università. «Questo stanziamento», spiega Cecchetti, «è importante perché permetterà di riavviare alcune campagne di prevenzione che oggi sono necessarie per contrastare la diffusione dell’Hiv. I dati che ci vengono forniti dal sistema sanitario regionale sono infatti molto preoccupanti, perché assistiamo ad un ritorno del virus in Lombardia, che è la seconda regione italiana per incidenza di nuove diagnosi da Hiv. Milano è la città più colpita del Paese e ha un’incidenza di diffusione del virus paragonabile a realtà come New York».
Sempre la Regione Lombardia, qualche giorno fa aveva organizzato, insieme con l’Istituto di ricerca Eupolis, un workshop sul tema Aids e sulla prevenzione alle malattie a trasmissione sessuale nel quale si sottolineava che oltre ai 26mila sieropositivi lombardi «altre 26 mila persone non sanno di essere state contagiate e continuano la vita di sempre». Il virus non colpisce più settori marginali della società, come i tossicodipendenti, ma si diffonde tra giovani e adulti sia eterosessuali che omosessuali semplicemente perché non si proteggono con il profilattico durante i rapporti. Le fasce più colpite sono quelle dai 25 ai 40 anni, anche se restano stazionarie. Segue quella che va dai 40 ai 55 anni. C’è poi un fenomeno inedito: in aumento gli «untori» over 60. Quest’ultimi, con l’avvento del Viagra hanno riscoperto l’attività sessuale e quindi si danno spesso alle trasgressioni più disparate, senza usare il preservativo che li inibisce ed è mal sopportato. Hanno quindi rapporti non protetti con prostitute e viados e non disdegnano orge in club per scambisti. Convinti, per ignoranza, di essere immuni. Risultato? Che la maggior parte di loro è sposato o ha una compagna.
Michele Focarete (Liberoquotidiano)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845