Milano 11 Agosto – Il degrado che ha cambiato la fisionomia di Milano per l’incuria di un’amministrazione molto distratta, sta diventando inesorabilmente il rifugio spontaneo dei profughi e della criminalità spicciola. Una città in cui le sacche di abbandono squadernano sporcizia, violenza, bivacchi abusivi, estrema sciatteria. Una città gruviera con buchi di degrado in ordine sparso, accessibili con facilità dai disperati o da chi voglia delinquere. E’ difficile riconoscere in questa città contraddittoria che guarda al futuro con i grattacieli di Porta Nuova e contestualmente presenta l’abbandono di 180 palazzi “fantasma” Scrive Maria Sorbi su Il Giornale “Una giovane donna è stata portata con le minacce e poi violentata, da un immigrato irregolare e pregiudicato, nel palazzo di via Adriano, da tempo segnalato e denunciato come covo di sbandati e disperati. Ma sono una miriade, gli scheletri a cielo aperto di Milano. Immobili un tempo sede di aziende, cinema, uffici e scuole. E che ora sono lì, ruderi sventrati e arrugginiti, a raccontare la città che fu.. ..Le immagini del degrado e degli ecomostri vanno dal palazzo delle Poste di piazzale Lugano, in via di demolizione, agli edifici «stile bombardamento» di via Lacaita. Un immenso patrimonio che è stato censito solo da pochi mesi. A stilare il lungo elenco di edifici e aree degradati è stato proprio il Comune che ha pubblicato su suo sito una mappa interattiva per individuare i «reperti» urbanistici. La lista è immensa: si contano in tutto 180 stabili privati, alcuni lasciati a metà a causa del fallimento delle imprese edilizie, ognuno con la sua storia. E poi ci sono un’ottantina di immobili di proprietà dell’amministrazione…. Nel lungo elenco del patrimonio dimenticati ci sono anche parecchi cinema storici: da President al Maestoso, Dal cinema Luce allo Splendor. E poi ci sono alberghi non più utilizzati (ade esempio in via Cosenz e in via Bignami), ex palazzine dell’Inps, dell’Enel, del provveditorato agli Studi, delle Poste, di ex concessionarie auto (come la Renault di via Sant’Abbondio) e di ex officine (come quella dei treni ad Alta velocità in piazzale Lugano). Esiste anche una legge regionale che impone ai Comuni di correlare il minor consumo di suolo con interventi di rigenerazione urbana. Qualche caso di ruderi in piena città è già stato affrontato. In parte sono stati avviati al riutilizzo, in parte alla demolizione come è l’ex fabbrica di via Montefeltro. Resta ancora parecchio da fare. Anche perché la mappa urbanistica della Milano fantasma è in continuo aggiornamento grazie alle segnalazioni dei cittadini.” Nella speranza che dalle parole e dalle intenzioni si passi ai fatti.
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