Milano, periferia: i cittadini case popolari comunali gestite da MM lamentano l’assenza di collaborazione tra le parti

Milano

Milano 23 Agosto – Riportiamo da Milano Today la voce dei residenti nelle case popolari comunali in gestione MM per evidenziare le difficoltà di comunicazione e la mancanza di collaborazione tra le parti. E segnaliamo la nota della testata “– Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday” Di seguito il comunicato: “L’oggetto della comunicazione vuole aprire la visione a quello che è il “tentato” rapporto di collaborazione in rete tra le parti coinvolte e atte al miglior svolgimento quotidiano di ciò che comporta abitare, in questo caso, nei condomini “comunali” di via Civitavecchia n°98 fino al n°110.

Zona 3 Milano Crescenzago entrata “parco Lambro”…

La ricerca di questo tentata collaborazione, che prevede la totale volontarietà lavorativa dei cittadini che rappresentano il Comitato, è ricercata e auspicata dallo stesso Comune di Milano da, esattamente dal periodo iniziale, 1 Dicembre 2014, del mandato gestionale di MM.

Vuoi che inizialmente il prendere in mano una gestione amministrativa particolarmente impegnativa abbia fatto in modo di tralasciare diverse problematiche, ciò ha comportato la trascuratezza di tali rapporti determinando uno stato di dimenticanza del cittadino ubicante nelle case in gestione da società MM.

I tempi sono trascorsi, le riunioni sono state fatte più volte con rappresentanti di tutte le parti in questione, spese parole di coesione e di iniziative varie mirate a migliorare la qualità di vita di persone che rientrano di fatto in categorie sociali svantaggiate, persone che necessitano di uno sguardo umanitario differente e previsto nei vari mandati e statuti inerenti le case popolari comunali.

La priorità di tale società è stata quella di convocare i cittadini in una sorta in inquisizione anagrafica mirata solo a fare “somma” aumentando indiscriminatamente gli affitti di chi riesce a pagare, creando notevole disagio e situazioni umanitarie al limite del burn-out.

E’ stato valutato che amministrativamente questa scelta non porta lontano in quanto una politica mirata al recupero dei “diversi” alloggi sfitti con un ritorno a canone “sociale” permetterebbe il recupero di utenti e faciliterebbe l’onere di pagamento a molte persone che al momento non arrivano a tali somme richieste e restano insolventi.

Non si può affossare chi riesce a pagare aumentando affitti anche in virtù di somme non più esistenti o attraverso qualche trappola economica giuridica che di fatto tratta e mortifica l’inquilino mettendolo perennemente in difficoltà.

Questa politica sociale è basata sull’indifferenza della persona.

Prima di visionare il fatto non fatto voglio sottolineare come diviene complicato richiedere da parte del Comitato, figuriamoci se sei un cittadino “normale”, le chiavi di un terrazzo atto ad attività sociale per i condomini e studiato dai progettisti per tale scopo e approvato dal Comune di Milano in quanto…

Si è fatta una riunione anche per questa teorica inezia in presenza di operatori comunali, Angelo Foglio, Alessandra Marsiglia, rappresentanti del Comitato e responsabili MM nelle figure di Cassanmagnago Daniele e Bellani Maurizio il tutto sempre seguito da dietro la quinte da Giuseppino Rosco consigliera del Consiglio di Zona 3, per ottenere delle semplici chiavi che, spettano di diritto tra l’altro, servissero ad allietare giornate estive in quanto molti condomini per costrizione sia economica che di salute non possono permettersi vacanze…

Nella riunione vi sono state promesse e sorrisi ma lor signori sono tutti in vacanza infischiandosene di condomini, o meglio di persone, di soggetti svantaggiati quali tra i tanti il sottoscritto, e in ogni caso dello stesso Comune di Milano che ha speso tempo, parole, impostato progetti e progettualità che non viene presa in considerazione e di ritorno rispondono con un atteggiamento da gestapo inammissibile per tale gestione in ambiente periferico socialmente “difficile”.

Precedentemente si sono fatte riunioni mirate ad individuare le aree problematiche del complesso e del territorio limitrofe, sono stati individuati oramai da tempo ma è un continuo rimandare trasformandosi in un nulla di fatto nella concretezza.

Potrei elencare i diversi aspetti che riguardano problematiche condominiali anche inerenti la sicurezza ma sarebbe un ripetere ciò che è già stato scritto precedentemente in diverse relazioni inviate sempre a tutte le parti in questioni ma non posso esimermi dal segnalare lo stato di superficialità di tale comportamento gestionale dove si preoccupa delle proprie vacanze e ci lascia con un cancello di ingresso condomini rotto determinando insicurezza in una zona ove il cittadino vive chi più chi meno in consapevolezza di “pericolo” continuo…

Certo siamo in periferia e in codeste zone vivono cittadini di serie B!

Vorrei sottolineare l’importanza di una politica sociale che mira a risanare dove può le periferie milanesi, dove auspica un rapporto di parte attiva del cittadino ove il tutto mira semplicemente a migliorare la vita in ambienti con maggior “disagio”… Correggetemi se sbaglio!”.

Milano Post

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