Governare l’immigrazione per non finire come gli Apache

Attualità

Milano 25 Agosto – A Ventotene si torna a parlare di Europa. Nello specifico, di come salvare l’Italia dall’ondata migratoria. Atteso che sul mare non si possono costruire muri come quelli del Brennero, la Merkel rilancia la politica della redistribuzione. Da Settembre dovrebbe ripartire lo spostamento dei richiedenti asilo, come dichiara Alfano al Meeting di Rimini. È una buona notizia. Lo sarebbe molto di più se avesse mai funzionato. Nel 2014 circa l’80% degli arrivati si è ricollocata. Da sola. Nel 2015 ci hanno chiusi dentro, come auspicava Salvini, e le percentuali di ricollocamenti sono crollate. Nel 2016, Berlino prenderà qualche decina di migliaia di richiedenti asilo. Forse. Teniamo conto che in 4 giorni, a Luglio, ne sono arrivati 10 mila. Così, per avere una qualche misura. Ma com’è vista la situazione da fuori?

In questo articolo di zerohedge vengono riportate alcune importanti considerazioni sulla composizioni delle ondate migratorie. L’avvocato Canadese e conduttore, Ezra Levant, per esempio, nel Settembre 2015, ebbe a dire che ciò che sta sperimentando l’Europa non è un afflusso di “rifugiati”, quanto piuttosto una nuova corsa all’oro, del tipo che vediamo nei film sul vecchio West. Solo che i cercatori d’oro non sono Cristiani che vanno a colonizzare un territorio semi deserto. mineo1Ma sono giovani Islamici che vengono a costruirsi una fortuna sulle spalle della Vecchia Europa. Non costruiscono. Non sono qua per aiutare l’economia. Sono qui per godere i vantaggi del Welfare State. Inoltre, per arrivarci, devono utilizzare i passaggi forniti da gang criminali, che, ormai pare acclarato, contribuiscono economicamente alle fatiche belliche dello Stato islamico in Libia. Verrebbe da chiedersi cosa si aspetti ad intervenire con la forza per bloccare questa tratta di esseri umani. Qui la risposta è duplice. La prima è che c’è un vistoso buco nelle regole. Se tutti i clandestini sono profughi fino alla fine dell’iter, nonostante 90% risultino alla fine privi dei requisiti per dirsi profughi, allora non puoi impedirgli nemmeno di partire. Ecco perché affondare i barconi nei porti non è una soluzione praticabile.

La seconda è più sottile e riguarda la volontà, strenua ed inspiegabile di Angela Merkel di importare immigrati Islamici, nonostante la cosa le stia per costare cara, visti i sondaggi che la danno a picco in Germania. La conseguenza di questo desiderio inspiegabile è un aumentato afflusso. La chiusura della Rotta Balcanica porta, invece, a concentrare nel ventre molle d’Europa il flusso. E, benché non si sia assistito, per ora, ad alcun attentato, questo non cambia il fatto che esistono anche altri effetti collaterali. Si pensi ai disordini sul confine di Ventimiglia, alla tendopoli di Como od al martirio della Stazione Centrale di Como, dove si devono letteralmente scalvare i corpi dei migranti per muoversi nelle vie vicine. O ad episodi ben più sinistri che avvengono in Puglia, dove i Cristiani rivivono le persecuzioni da parte degli Islamici, le stesse da cui scappavano.

In definitiva lo abbiamo visto con la Grande Muraglia, lo abbiamo visto a Berlino e, se Trump vincerà, lo vedremo sul confine Messicano. Nella continua marcia dell’Umanità, dalle paludi fino alle stelle, non ci sono barriere che possano fermare un popolo in marcia. Questo, però, non è una scusa per accettare passivamente questa massa di uomini che non fuggono da qualcosa, ma si muovono verso qualcosa. Governare il loro arrivo è vitale, perché esistono una serie di esempi non particolarmente edificanti di cosa possa succedere se non lo si fa. Forse qualcuno lo ricorderà dalle scuole superiori, ma il De Bello Gallico, il libro di Cesare sulle guerre Galliche in Francia, inizia con una migrazione di massa che fa saltare tutti gli equilibri della regione. Facendola preda di Roma.

Luca Rampazzo da “L’Occidentale”

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